Nel canale di Panama passeranno navi da 14mila container

Nel 2006 i cittadini di Panama hanno approvato (75,25 per cento) con un referendum l’ampliamento dell’ormai centenario canale che taglia in due le Americhe e collega l’oceano Pacifico all’Atlantico. Il progetto guidato dall’impresa italiana Salini Impregilo prevede il raddoppiamento della capacità e l’autorizzazione alla navigazione a imbarcazioni molto più grandi.     I lavori sono

Nel 2006 i cittadini di Panama hanno approvato (75,25 per cento) con un referendum l’ampliamento dell’ormai centenario canale che taglia in due le Americhe e collega l’oceano Pacifico all’Atlantico. Il progetto guidato dall’impresa italiana Salini Impregilo prevede il raddoppiamento della capacità e l’autorizzazione alla navigazione a imbarcazioni molto più grandi.

 

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I lavori sono cominciati nel 2007 e prevedono che il lago artificiale di Gatun venga sommerso e inondato a tal punto da riuscire a sostenere il passaggio di navi dal carico di 14mila container, tre volte il limite attuale. L’impresa italiana ha annunciato il 22 giugno che “sono state completate le operazioni per l’avvio dell’inondazione delle chiuse anche sul versante Pacifico, subito dopo la manovra di riempimento avviata con successo all’imbocco dell’Atlantico”.

 

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A marzo sono state trasferite dall’Italia sedici paratoie di acciaio dal peso di 3.100 tonnellate ciascuna. Le prove di funzionamento dei meccanismi di apertura e chiusura delle paratoie dovrebbero cominciare a luglio e proseguiranno per tutto l’anno. La fine dei lavori è prevista per aprile 2016.

 

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Il canale è stato inaugurato il 15 agosto 1914 e da quel giorno il commercio internazionale è cambiato per sempre. I tempi di percorrenza delle rotte via mare si sono ridotte notevolmente, anche del 50 per cento per una nave che dal porto di Los Angeles, in California, deve raggiungere Rotterdam, nei Paesi Bassi.

 

Ma a che prezzo? I costi umani della prima realizzazione furono altissimi. In circa 33 anni di lavori persero la vita 27mila persone. Dal punto di vista ambientale è difficile fornire cifre ufficiali, ma gran parte della foresta vergine di Panama sparì, sommersa dall’acqua, mentre 50mila persone furono obbligate a trasferirsi. Oggi la mancanza di vegetazione e il degrado dell’habitat dovuto all’ampliamento del canale sta causando parecchi problemi al territorio, al suolo e all’equilibrio idrico della regione. Se durante la stagione delle piogge sono sempre più frequenti le inondazioni e gli smottamenti dovuti a un terreno ormai fragile, senza più la forza e il freno delle radici degli alberi e delle pianete, dall’altro la scarsità di acqua per uso agricolo e alimentare è sempre più grave perché il terreno non è più capace di trattenerla durante la stagione secca.

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