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Nigeria, i terroristi di Boko haram fanno una strage: “Vittime bruciate vive”

Almeno 86 persone sono state uccise dal gruppo integralista islamico Boko Haram. Tre donne kamikaze si sono fatte esplodere.

Il bilancio non è ancora definitivo, ma almeno 86 persone sono state uccise in Nigeria, nella serata di sabato 30 gennaio, nel corso di un attentato organizzato dal gruppo integralista islamico Boko haram. Teatro del massacro il villaggio di Dalori, a dodici chilometri da Maiduguri, nel nordest del paese.

 

Non sono stati risparmiati nemmeno i bambini

Ad uccidere sono state dapprima tre donne kamikaze, che si sono mescolate tra la popolazione prima di farsi esplodere. Quindi – ha spiegato il portavoce dell’esercito nigeriano, Mustapha Anka, altri membri del gruppo terroristico “sono arrivati nella cittadina a bordo di due vetture e di alcune moto, aprendo il fuoco e bruciando le case”.

 

 

“Quando sono arrivati molti di noi si sono rifugiati nei campi, me compreso – ha raccontato all’agenzia Afp da uno dei capi del villaggio -. Siamo tornati il mattino seguente e abbiamo trovato tutto raso al suolo”. Secondo le testimonianze raccolte da alcuni mezzi d’informazione internazionali, molte vittime – tra le quali alcuni bambini – sarebbero state bruciate vive.

 

La scelta dell’area di Maiduguri da parte di Boko haram non è casuale. La città conta oggi 2,6 milioni di abitanti, di cui 1,6 milioni di rifugiati: in gran parte persone che sono fuggite dalle loro case proprio a causa dell’avanzata dall’organizzazione terroristica.

 

 

Cos’è Boko Haram

Quest’ultima è attiva in Nigeria dal 2002. Il suo nome, letteralmente, significa “l’educazione occidentale è probita”, ovvero la volontà di rifiutare la nostra cultura e gli insegnamenti. Nel 2009, la repressione da parte delle autorità portò ad uno scontro aperto: nel mese di giugno la polizia uccise quindici membri dell’organizzazione, che reagì con una vera e propria insurrezione, che provocò più di 800 morti.

 

Tra di loro, i membri del gruppo si chiamano “yusufiyas”, riprendendo il nome del fondatore e padre spirituale dell’organizzazione, Ustaz Muhammad Yusuf, sunnita che aveva studiato teologia all’università di Medina, in Arabia Saudita, e che è stato catturato e giustiziato nel 2009 dalle autorità nigeriane. Secondo Marc-Antoine Pérouse de Montclos, ricercatore francese specialista della Nigeria, “Yusuf considerava la cultura occidentale più letale delle crociate per il mondo islamico”.

 

 

Attacchi e vittime anche in Ciad

È proprio nel 2009 che Boko haram sceglie decisamente la strada del terrorismo. Molti capi si rifugiano nei paesi limitrofi, in attesa di riorganizzarsi. Non a caso, oggi il gruppo è molto attivo anche in Ciad, paese colpito nella giornata di domenica da due attacchi: almeno tre morti e 56 feriti sono stati registrati nelle città di Guié e di Miterine, in un’area nella quale è stato già decretato lo stato d’emergenza proprio per tentare di lottare contro gli attacchi jihadisti.

 

Foto di apertura tratta da Twitter

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