La Russia ha attaccato la centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina

Due edifici non “vitali” per i reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia sono stati colpiti da carri armati russi. Radioattività sotto controllo.

La più grande centrale nucleare d’Europa, in Ucraina, è stata colpita alle prime ore di venerdì 4 marzo dall’esercito russo, che successivamente ha fatto sapere di averne ottenuto il controllo. Nell’impianto è divampato un incendio e per alcune ore si è temuto l’inizio di un’immensa catastrofe. Fortunatamente, gli ordigni lanciati dai carri armati non hanno colpito alcun impianto “vitale” per il funzionamento dei sei reattori presenti nel sito di Zaporizhzhia, nei pressi della città di Enerhodar.

Nessuna vittima tra il personale della centrale nucleare di Zaporizhzhia

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iaea) ha confermato l’attacco e, citando le informazioni dell’agenzia nazionale di vigilanza ucraina, ha riferito che il sito risulta attualmente sotto controllo. Il direttore generale Rafael Mariano Grossi prevede di fornire ulteriori dettagli nel corso di una conferenza stampa pianificata per la giornata di venerdì.

Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenskiy
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskiy © Matt Dunham/Pool/Getty Image

La stessa Iaea ha precisato che il personale che gestisce la centrale nucleare è salvo ed è operativo. Nei giorni scorsi l’organismo internazionale aveva tuttavia ammonito sui rischi giganteschi che si possono correre in caso di attacco diretto ai reattori, e aveva proposto anche di considerare una zona di esclusione dalle battaglie di 30 chilometri attorno ai siti atomici. Ciò in ragione “della natura senza precedenti dei combattimenti attorno a tali installazioni. Mai prima di oggi un attacco militare era stato effettuato su un impianto nucleare in funzione”.

L’Iaea: “Cessino i combattimenti attorno ai reattori”

La centrale di Zaporizhzhia è situata nel sud dell’Ucraina, a circa 525 chilometri da Chernobyl, teatro del peggior incidente nucleare della storia, nel 1986. Presenta una capacità totale di 6mila megawatt e fornisce energia a circa 4 milioni di famiglie. La produzione è normalmente pari ad un quinto dei consumi elettrici nazionali. L’attacco rischia tuttavia di comportare problemi di approvvigionamento, anche tenuto conto del fatto che sei dei quindici reattori presenti nella nazione europea risultavano già bloccati nei giorni scorsi, secondo quanto indicato dal New York Times.

I carri armati russi hanno colpito in particolare un edificio utilizzato per la formazione del personale e un laboratorio. I reattori sono stati immediatamente bloccati e non risultano né morti né feriti. I pompieri sono riusciti a domare l’incendio alle 6:20 ora locale, le 5:20 in Italia. I livelli di radioattività segnalati sono nella norma.

Zelensky: “La Russia ricorre al terrore nucleare”

Ciò nonostante, l’Aiea ha lanciato un nuovo appello affinché cessino i combattimenti attorno alle centrali e ha ricordato i “gravi pericoli” che si correrebbero nel caso in cui fossero colpiti i reattori. Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha accusato Mosca di ricorrere al “terrore nucleare” e voler “ripetere” la catastrofe di Chernobyl: “Avvisiamo il mondo del fatto che nessun altro paese al mondo aveva mai sparato contro una centrale nucleare. È la prima volta nella storia dell’umanità. In caso di esplosione, sarebbe la fine di tutto. La fine dell’Europa”.

Gli Stati Uniti hanno esortato da parte loro la Russia a “cessare le attività militari nella zona”. Il presidente Joe Biden ha immediatamente sentito il suo omologo Zelensky dopo l’attacco.

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