Si tratta del pesce tilapia dal mento nero. Il governo tailandese ha stimato una spesa di oltre 265 milioni di euro per contrastarne la diffusione.
In Italia si potrà nuotare con i delfini, ma solo a scopo educativo
Alleggerito il divieto: per la Lav è un regalo ai delfinari, il ministero dell’Ambiente sottolinea che nuotare coi delfini a scopo ludico rimarrà proibito.
D’ora in poi nei delfinari italiani sarà possibile nuotare insieme ai delfini. Un’esperienza che in Italia era vietata ormai dal 2001 per motivi legati alla sicurezza e alla tutela della salute dei cetacei stessi. Ora invece, con un decreto, il ministero dell’Ambiente ha deciso di prevedere il nuoto con i delfini tra le pratiche da adottare, come chiede una direttiva europea, “per promuovere l’istruzione e la sensibilità del pubblico quanto alla conservazione della biodiversità”.
Ministro @glgalletti dà via libera – con Decreto – a nuoto con delfini in cattività: grave mutilazione alla tutela di questi animali ???
Un “regalo” ai #delfinari, in controtendenza col superamento animali negli spettacoli approvato dal Governo! https://t.co/WAjeJdSPwN
— LAV (@LAVonlus) 4 gennaio 2018
L’apertura del ministero presieduto da Gianluca Galletti non è piaciuta affatto però agli animalisti: secondo la Lega antivivisezione (Lav) infatti “fino a ieri l’Italia vantava una normativa per la tutela dei delfini in cattività tra le più complete in Europa” mentre invece il nuovo decreto sarebbe “un inaspettato regalo di inizio anno ai delfinari: quella che all’apparenza sembrerebbe una forma di educazione del pubblico, infatti, nasconde dei preoccupanti interessi commerciali, come evidente dalla tipologia di promozione che viene fatta per le attività di Swim with the Dolphins dalle aziende proprietarie dei delfinari e parchi acquatici, in vari paesi del mondo”.
Il ministero: tutela massima per i delfini
Il ministero dell’Ambiente, accolta la critica, ha comunque tenuto a precisare che la modifica normativa “non elimina il divieto di nuoto con i delfini per scopo ludico, mantenendo così al massimo livello il grado di tutela della specie, ma disciplina le casistiche per concedere eventuali deroghe: quella per fini scientifici è già prevista dal nostro ordinamento, ora il decreto introduce anche quella per i progetti di educazione ambientale”. Quindi la promessa: “Ogni singolo progetto di educazione ambientale per il quale eventualmente applicare la deroga sarà singolarmente vagliato”. Per sapere se le preoccupazione delle associazioni ambientaliste sono fondate o meno, dunque, bisognerà solo attendere di vedere come la norma verrà effettivamente applicata.
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