Obama fa sul serio sul clima, adesso

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha tenuto il 28 gennaio il discorso sullo stato dell’Unione di fronte al congresso. L’intervento ha una cadenza annuale e serve, come si intuisce già dalla definizione, a fare il punto sul benessere dei cittadini americani e sui risultati delle politiche adottate dal governo federale e dal congresso

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha tenuto il 28 gennaio il discorso sullo stato dell’Unione di fronte al congresso. L’intervento ha una cadenza annuale e serve, come si intuisce già dalla definizione, a fare il punto sul benessere dei cittadini americani e sui risultati delle politiche adottate dal governo federale e dal congresso degli Stati Uniti. Il secondo obiettivo è delineare le prossime sfide, le priorità da affrontare e i punti rimasti in sospeso dell’agenda politica presidenziale.

 

Le politiche per i cittadini

Il discorso tenuto da Obama martedì ha toccato diversi aspetti, soprattutto di natura sociale. Ha parlato di occupazione e sanità. Si è espresso contro la diseguaglianza affermando che “troppi americani stanno lavorando più che mai solo per tirare avanti” e non per migliorare la propria condizione sociale. Ha parlato di salario minimo annunciando che nelle prossime settimane emetterà “un ordine esecutivo che richiederà alle aziende che hanno un contratto con lo Stato di pagare i loro dipendenti una paga minima di almeno 10,10 dollari all’ora (contro i 7,25 dollari di oggi)” facendo l’esempio di chi lavora per l’esercito americano che non dovrebbe vivere in povertà.

 

Grazie alla riforma sanitaria oggi “nessun americano può più essere respinto o escluso dalla copertura a causa di condizioni precedenti” e “nessuna donna deve pagare di più perché è donna”.

 

 

Le politiche per il pianeta

Uno degli argomenti su cui Obama si è soffermato di più è stato lo sviluppo di una economia sostenibile. Il presidente ha parlato delle prossime sfide che attendono gli Stati Uniti nel settore energetico e climatico. Lo ha fatto in modo chiaro, semplice e preciso confermando di potersi esprimere senza condizionamenti visto che non dovrà più scendere a compromessi con le varie lobby – le uniche in grado di finanziare in modo cospicuo una campagna elettorale – essendo già al secondo mandato presidenziale.

 

Come promesso già nei discorsi precedenti, l’obiettivo di Obama è aumentare l’indipendenza energetica. Per raggiungere questo risultato gli Stati Uniti stanno puntando sul gas naturale che “se estratto in modo sicuro, è il ponte che può alimentare l’economia con meno emissioni di gas serra che causano il cambiamento climatico”. 100 miliardi di dollari sono stati destinati alle nuove imprese che puntano sul gas naturale. Inoltre gli Stati Uniti stanno cercando di recuperare il terreno perso nel solare, l’unica fonte in grado di sostituire il petrolio e ridurre progressivamente gli incentivi economici ai combustibili fossili che oggi ammontano a 4 miliardi di dollari l’anno.

 

Secondo Obama puntare sul mix energetico può contribuire a creare nuovi posti di lavoro e a tutelare il pianeta. Tutto ciò non può avvenire in una notte e richiederà scelte difficili. Negli ultimi otto anni, le emissioni di CO2 americane sono calate come mai prima, “ma bisogna agire con maggiore urgenza – perché il cambiamento climatico sta già minacciando le popolazioni occidentali alle prese con la desertificazione, le città costiere con le inondazioni”.

 

La coscienza di Obama

Per ridurre i tempi, il governo federale starebbe anche pensando di adottare ordini esecutivi sul clima che non necessitano l’approvazione del congresso. Sono decreti emanati dal presidente che hanno forza di legge anche se con conseguenze limitate. La speranza è spingere i deputati ad agire entro il solco tracciato dall’amministrazione.

 

“Il cambiamento climatico – ha concluso Obama – è un fatto. E quando i nostri nipoti ci guarderanno negli occhi chiedendoci se abbiano fatto tutto il possibile per lasciargli un mondo più sicuro e stabile, con nuove fonti energetiche, voglio poter rispondere sì, lo abbiamo fatto”.

 

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