Ortaggi che passione

Assicurarsi prodotti davvero sani oggi non è facile. Una buona possibilità per mangiar bene è andare alla ricerca di erbe commestibili, in territori in cui l’industrializzazione non regna ancora sovrana. Suggeriamo una sana passeggiata, da accompagnare alla raccolta di alimenti sani. Il finocchietto selvatico, i funghi di ferla, gli asparagi, e tanti svariati prodotti della

Assicurarsi prodotti davvero sani oggi non è facile. Una
buona possibilità per mangiar bene è andare alla
ricerca di erbe commestibili, in territori in cui
l’industrializzazione non regna ancora sovrana. Suggeriamo una sana
passeggiata, da accompagnare alla raccolta di alimenti sani. Il
finocchietto selvatico, i funghi di ferla, gli asparagi, e tanti
svariati prodotti della terra… Il Mediterraneo offre questo e
altro.

Tra le Brasicacee, ci sono cavoli selvatici che crescono
spontaneamente tra i filari dei vigneti siciliani e nei terreni
incolti. Sono detti “rapuddi” e costituiscono la base di un buon
piatto povero per chi vive in campagna. Compaiono soprattutto sul
finire dell’estate, e sono facilmente reperibili. La
scarsità di sorgive nelle isole minori della Sicilia- Eolie,
Egadi e Pelagie – ha fatto si che fra le colture prevalenti non vi
fossero gli ortaggi. Solo in alcuni terrazzamenti, in
prossimità delle case rurali, piccoli e curatissimi lotti di
terreno venivano in passato destinati alle verdure, alberi da
frutto e ortaggi: principalmente pomodori e melanzane.

Oggi frutta e ortaggi non mancano mai dalle tavole mediterranee, e
non mancano i cespi di basilico profumato, e piccoli peperoni,
insieme ai tanti aromi che caratterizzano la cucina delle campagne
isolane. I rapuddi sono protagonisti di pietanze tradizionali del
mediterraneo contadino, ottimi come ingrediente principale di primi
piatti, o da gustare con uova o legumi.

Tra le varie ricette possibili, c’è una semplice minestra
isolana: Rapuddi con fagioli. Oltre ai rapuddi e ai fagioli,
servono una cipolla, uno spicchio d’aglio, olio d’oliva, pomodori
maturi e sale.

Si lessano i fagioli, dopo averli precedentemente messi a bagno. In
un recipiente a parte, con poca acqua, si fanno cuocere i rapuddi,
che possono essere sostituiti da cime di rapa o broccoletti. Nello
stesso tempo si fanno soffriggere dolcemente la cipolla e l’aglio
spezzati con alcuni cucchiai d’olio, cui si aggiunge il pomodoro
spellato e tagliato a dadini. Quando i fagioli sono ben cotti, si
scolano versandoli nel recipiente dei rapuddi. La consistenza del
piatto è leggermente brodosa. A questo punto, si versa il
condimento soffritto nella pentola contenente i rapuddi e i
fagioli, e si aggiunge un abbondante cucchiaio d’olio. A piacere,
del peperoncino rosso. Si possono preparare anche dei crostini che
possono accompagnare la zuppa, con pane casereccio ben
abbrustolito.

Francesca Colosi

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