
Il ritratto di un bambino mutilato a causa dei bombardamenti israeliani a Gaza ha vinto il World press photo 2025, il concorso fotografico che da 70 anni documenta le complessità del presente.
Una lunga citazione, tratta da Pensieri Domani di J. Krishnamurti (edizioni Blu International Studio), per avvicinarsi al messaggio di un grande “maestro non-maestro”.
L’uomo ha un solo fine. Tutte le cose, viventi e non viventi, gli
animali, il barbaro e il civilizzato, l’artista, il poeta, il
mistico, l’occultista e colui che conosce i dolori e i piaceri,
l’uomo che è superuomo, gli dei e i popoli, hanno un solo
punto di mira, un solo scopo: la liberazione.
La liberazione è al di sopra di tutte le religioni, di tutti
i pensieri, di tutti i sentimenti, di tutte le azioni e di tutte le
esperienze. (…) Per realizzare che questo mare della liberazione
esiste, dobbiamo passare, come l’uomo ignorante, attraverso molte
esperienze – attraverso le sette, attraverso tutte le strette forme
della religione, attraverso società, attraverso le
superstizioni – dobbiamo passare attraverso queste cose per
raccogliere esperienza da tutte, onde poter sapere, per nostra
propria conoscenza che il fine di ciascuno di noi è la
liberazione. (…)
A meno di ricevere la verità nelle forme e nel linguaggio a
cui siamo abituati, noi siamo inclini a respingerla e a
disprezzarla. (…) Quali che siano i nostri modi di pensare, siamo
ancora propensi ad accettare la verità solo se ci viene
presentata nel gergo, nella forma alla quale siamo abituati. (…)
La verità appare sempre in forme diverse da quelle a cui
siamo abituati ed in ciò risiede la sua grandezza e la sua
tragedia; la grandezza perché essa giunge inaspettata, e la
tragedia perché gli uomini che stanno cercando la
verità non guardano mai nella direzione dove si può
sempre trovarla. E quelli di noi che stanno cercando la
verità devono, prima di tutto, ripulire la loro mente e il
loro cuore da tutti questi pensieri, linguaggi e filosofie
ristretti e settari.
Non dobbiamo adattare la verità al nostro modo particolare
di pensiero; se facciamo così essa sarà distorta,
sarà alterata. Perciò è così difficile
per me esporre il mio pensiero senza seguirne l’effetto sulla mente
delle persone, secondo ciò che appare sul loro volto.
Qualche pensiero sarà ricevuto per il suo valore intrinseco,
perché la mente della gente è chiara su quel
particolare soggetto e il loro cuore l’accoglie con entusiasmo. Ma
coloro che sono abituati a ricevere la verità solo
attraverso un determinato canale, una determinata forma, uno stampo
determinato, la respingeranno sotto qualsiasi altra forma e
scuoteranno la testa come se non comprendessero. (…) E
perciò, se potessi, inventerei un nuovo linguaggio con cui
poter sfuggire a tutte le parole familiari, a tutta la fraseologia
di cui siamo nutriti, (…) così da poter venire freschi ad
assorbire la verità, tersi e puri quali eravamo al principio
stesso delle cose, o quali saremo alla fine di tutte le cose.
(…)
Forse potrò aiutare alcuni di voi a raggiungere la
liberazione; posso darvi il mio amore, il mio desiderio ardente, ma
entro di voi deve essere un continuo battere d’ali per fuggire
all’aria libera. Deve essere il vostro desiderio, la vostra
esperienza, il fiore della vostra sofferenza, del vostro dolore che
vi devono guidare. (…) Desidero perciò che non siate
ipnotizzati da qualsiasi cosa io dica, perché, se cadete
addormentati dalle mie parole o dal mio pensiero, dai miei
desideri, dalle mie brame, sarete altrettanto in prigione, o anche
più di quanto lo eravate prima di venire in questo luogo.
(…)
Per me non c’è che un fine nella vita: pervenire al regno
della felicità insito in ognuno di noi che può solo
essere raggiunto attraverso l’abbandono o la rinuncia o la
conquista del mondo fisico. (…) Nell’accumulare esperienze non
dobbiamo mai dimenticare il fine, che è il fine di tutti,
tanto se apparteniamo a una qualunque religione o a nessuna: lo
scopo della vita è l’adempiersi della felicità, il
raggiungerla mediante la liberazione del proprio sé da tutti
i desideri meschini, da tutto ciò che lega, da tutte le
restrizioni.
Una volta ammesso che lo scopo della vita è quella
liberazione da ogni desiderio che culmina in un desiderio
fondamentale – che è la vera felicità – vedrete come
la ricerca umana della felicità attraverso le cose
transitorie sia, in un certo senso, necessaria (…) Se ammettete
che la vita esiste per raggiungere la felicità, dovete
mettere da parte tutto ciò che non serve per il suo
raggiungimento”.
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