Giovani attivisti

“La speranza è contagiosa”, parola di Alexandria Ocasio-Cortez e Greta Thunberg

Due delle voci più forti che si battono per la giustizia climatica dialogano per la prima volta. Una è la più giovane parlamentare degli Stati Uniti, l’altra è la studentessa svedese che ha dato vita ai Fridays for Future: Alexandria Ocasio-Cortez e Greta Thunberg.

Due figure femminili tra le più riconosciute per il loro impegno nella lotta per il clima e contro le disuguaglianze si sono incontrate per la prima volta. Non fisicamente, ma grazie al quotidiano inglese britannico Guardian che ha organizzato un incontro virtuale, a emissioni zero, tra le due voci che nel mondo di oggi più risuonano su questi temi. Una è la donna più giovane eletta al Congresso degli Stati Uniti, l’altra la studentessa svedese che ha dato vita al movimento globale per il clima dei Fridays for Future: Alexandria Ocasio-Cortez e Greta Thunberg. La loro conversazione ispira, motiva, uno specchio delle due personalità, e tocca i temi attuali che hanno spinto loro e numerose persone in tutto il mondo a far sentire la propria voce: dalla crisi del clima alle profonde disuguaglianze sociali. Ma soprattutto raccontano, raccontandosi, cosa le spinge ad andare avanti e non mollare.

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Cosa si sono dette Alexandria Ocasio-Cortez e Greta Thunberg

Sono così contenta di questa conversazione. Mi ricordo la prima volta che ho ascoltato il tuo discorso ed ero elettrizzata, perché negli Stati Uniti la gente dice che non c’è bisogno di comunicare questa urgenza sul clima. Ascoltarti pronunciare le idee che anche io avevo è stato incredibile e una conferma. Alexandria Ocasio-Cortez

Il loro dialogo si è spinto oltre il guscio delle tematiche, scavando più a fondo prima nelle dinamiche che si generano quando ci si confronta con questi temi, poi nelle sensazioni e nelle emozioni che si provano ogni giorno, con tutta probabilità condivisi da tantissime altre persone.

La critica più comune che ricevo è che sono manipolata, che non bisogna politicizzare i bambini perché non possono pensare da soli. Credo sia davvero fastidioso. Ho il diritto di dire la mia, quindi perché non dovrei essere in grado di creare una mia opinione e provare a cambiare il pensiero delle persone?Greta Thunberg
Greta Thunberg durante una marcia di protesta ad Amburgo
“Sono solo un messaggero – ha detto Greta Thunberg. – Non sto dicendo nulla di nuovo, sto solo dicendo quello che gli scienziati hanno ripetutamente affermato per decenni. Se tutti ascoltassero gli scienziati e i fatti a cui faccio continuamente riferimento nessuno dovrebbe ridursi ad ascoltare me, o le centinaia di migliaia di studenti che scioperano per il clima in tutto il mondo. E così potremmo tornare tutti a scuola” © Adam Berry/Getty Images

Tra le dinamiche, ci sono gli ostacoli e i luoghi comuni presentati dalle persone, ad esempio venire ignorate perché considerate troppo giovani, o troppo inesperte.

La durezza dell’opposizione denota il potere che stiamo sfidando. Lo si può guardare con disperazione, o con speranza. Ed è quanto siamo forti: siamo così forti che possiamo affrontarlo in maniera credibile e costruire un movimento contro di esso. Alexandria Ocasio-Cortez

Inazione e responsabilità

Un’altra difficoltà comune, e scoraggiante, in diversi paesi e ambienti è la mancanza di azione per il clima che lascia sempre più spazio al dibattito su chi debba agire e soprattutto chi debba farlo per primo. “In Svezia la scusa più comune per non agire è che siamo un paese piccolo, con solo 10 milioni di abitanti”, ha commentato Thunberg. “È frustrante, perché dovremmo stare a discutere su chi deve o ha bisogno di cambiare per primo? Perché non iniziare e basta?”.
In risposta, Ocasio-Cortez: “Anche negli Stati Uniti succede la stessa cosa. La gente pensa che se la Cina non agisce, perché dovremmo farlo noi?’ Sembra siano orgogliosi di essere i primi sul fracking, sul petrolio, nei consumi, nella plastica monouso. Ma non sembra tengano ad essere leader nella salvaguardia dell’ambiente, per il futuro dei nostri figli”.

Sceglieremo di fare da guida o ce ne staremo con le mani in mano?Alexandria Ocasio-Cortez
Alexandria Ocasio-Cortez e il senatore Ed Markey presentano a Washington il Green new deal © Alex Wong/Getty Images
Alexandria Ocasio-Cortez e il senatore Ed Markey presentano a Washington il Green new deal © Alex Wong/Getty Images

Il tema dell’inazione ha spinto le due giovani donne ad aprire una riflessione sul significato e il valore della leadership. “La gente crede che la leadership sia una cosa affascinante, potente”, commenta Ocasio-Cortez. “Essere leader significa arrivare per primo, stabilire l’agenda. Ma quello che la gente non capisce è che la leadership è estremamente difficile. La leadership è responsabilità. Non è divertimento. Leadership significa anticipare gli altri. Significa correre dei rischi. E prendere decisioni anche se non si è sicuri al 100 per cento dei risultati. Seguire è facile, è la cosa più semplice del mondo. Ma ha degli svantaggi. Arrivi in ritardo, non hai il controllo del tuo destino. Non hai il controllo, punto. Perché sei sotto il controllo di qualcun altro”.

Come superare la disperazione di sentirsi impotenti

La conversazione arriva a un’altra questione: come affrontare questi ostacoli, come superarli e mantenere l’entusiasmo dell’inizio, magari anche più forte, anche in futuro. Inizia Ocasio-Cortez, con una vena di ironia: “C’è una scuola di pensiero secondo cui più si è informati sui cambiamenti climatici più si penserà sia troppo tardi e ci si crogiolerà nella disperazione smettendo di agire. Visto che la questione è così scoraggiante, mi chiedo perché non sei così disperata da rimanere sul divano tutto il giorno aspettando l’apocalisse?” Dopo una risata, Thunberg risponde: “Prima di iniziare gli scioperi per il clima mi sentivo così, ero depressa. Ma quello che trovo incoraggiante sono le altre persone che lottano in diversi modi e su diversi fronti per creare un futuro migliore e per evitare una catastrofe climatica”.

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“Mi chiamo Greta Thunberg e sto facendo uno sciopero per il clima fino al giorno delle elezioni”, scrive la giovane svedese su un foglio © Greta Thunberg

“Anche io ho avuto un’esperienza simile, anche se era più legata alla disuguaglianza economica“, racconta quindi Ocasio-Cortez. “Lavoravo in un ristorante e, giorno dopo giorno, mi sentivo depressa. Mi sentivo impotente, come se non ci fosse nulla che potessi fare per reagire alle strutture sociali che esistono negli Stati Uniti per far sì che la classe media rimanga povera, e i ricchi diventino sempre più ricchi. Per un periodo ero davvero disperata: cosa faccio? È questa la mia vita? Esserci, lavorare, sapere che le cose sono difficili, poi tornare a casa e ricominciare da capo. Ma quello che è stato profondamente liberatorio è stata la mia prima azione: quando sono andata nella riserva Standing Rock per lottare contro l’oleodotto Dakota access“.

Da lì, ho capito che la speranza non è qualcosa che hai. La speranza è qualcosa che crei con le tue azioni. È qualcosa che devi mostrare al mondo, e una volta che una persona ha speranza, può essere contagiosa. Altre persone iniziano ad agire e si ha ancora più speranza.Alexandria Ocasio-Cortez
midterm, Alexandria Ocasio-Cortez
Alexandria Ocasio-Cortez, 29 anni © Mario Tama/Getty Images

La disperazione che lascia spazio alla speranza

Il riconoscimento, quindi, della propria potenzialità e della forza delle proprie azioni è fondamentale, per non lasciare spazio al sentimento di impotenza e sopraffazione che farebbe il gioco di chi vuole che le cose rimangano esattamente come sono. Secondo Ocasio-Cortez infatti “la più grande arma a disposizione di queste persone è provare a farti credere che non vali. Dicono ‘quello che fai non cambia nulla’. Perché se convinci le persone del fatto che una cosa non abbia importanza, allora smetteranno di farla, torneranno a quello che hanno sempre fatto”.

Molte persone che si sentono senza speranza mi chiedono “Cosa dovrei fare?” e io rispondo “Agisci. Fai qualcosa”. È la migliore medicina contro la tristezza e la depressione. Greta Thunberg

“Le persone non sanno quando le loro piccole azioni si trasformeranno effettivamente in qualcosa. Forse perché siamo ossessionati dal dover misurare i risultati. Che risultato porta stare davanti al Parlamento con un cartello? Non abbassa le emissioni, non modifica direttamente nessuna legge. Ma quello che fa è far provare delle emozioni alle persone, e molti sottovalutano questo potere“. Il potere di emozionare, spronare, e far sentire tutti, nessuno escluso, parte di qualcosa. Un potere che può davvero cambiare il futuro.

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