Bolivia, Jeanine Añez si proclama presidente. Evo Morales fugge in Messico

La senatrice conservatrice Jeanine Añez si è proclamata presidente della Bolivia. L’ex capo di stato Evo Morales: “È un golpe”.

L’ex presidente della Bolivia, Evo Morales, è arrivato in Messico nella giornata di martedì 12 novembre, nazione che gli ha concesso asilo politico. Nel frattempo, la senatrice Jeanine Añez – appartenente al Movimento socialdemocratico, formazione di centro-destra) si è proclamata, in serata, presidente ad interim.

Evo Morales: “Tornerò presto in Bolivia”

Vestito in abiti sportivi, colui che per tredici anni ha guidato la Bolivia è arrivato a Città del Messico accompagnato dall’ex vice-presidente Alvaro Garcia Linera e dall’ex ministro della Salute Gabriela Montaño. Promettendo che “la lotta continua”, che non smetterà di fare politica”. E ringraziando la nazione che ha accettato di ospitarlo per avergli “salvato la vita”. “Abbandonare il proprio paese per ragioni politiche – ha aggiunto – fa male. Ma tornerò presto con più energia”.

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L’arrivo a Città del Messico dell’ex presidente della Bolivia Evo Morales © Hector Vivas/Getty Images

A prendere le redini della nazione sudamericana è stata Añez nonostante fosse soltanto la seconda vice-presidente del Senato. La Costituzione prevede infatti, in caso di dimissioni del capo di stato, il passaggio dei poteri al presidente del Senato, quindi al primo vice-presidente. Entrambi, però, hanno rassegnato a loro volta le dimissioni.

La senatrice ha spiegato di aver accettato l’incarico (benché priva di sostegno parlamentare) per via della “necessità di creare un clima di pace sociale”. Ha in ogni caso 90 giorni di tempo per convocare nuove elezioni presidenziali. Che si terranno dunque con ogni probabilità nei primi mesi del 2020.

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Violenti scontri a La Paz, in Bolivia, dopo le dimissioni e la fuga dell’ex presidente Evo Morales © Javier Mamani/Getty Images

 

Manifestazioni a La Paz di oppositori e sostenitori dell’ex presidente

Morales ha commentato il rovesciamento del potere in Bolivia con parole particolarmente dure: “Si è trattato del colpo di stato più astuto e più odioso della storia. Che ha portato una senatrice a proclamarsi presidente del Senato, quindi capo di stato ad interim senza sostegno legislativo. Attorniata da un gruppo di complici, diretta dall’esercito e dalla polizia che reprimono le proteste popolari”.

Il riferimento è alla reazione delle forze dell’ordine alle manifestazioni di numerosi sostenitori di Morales, che sono scesi in piazza nella capitala La Paz. Ma va detto che domenica sera erano stati gli oppositori dell’ex presidente a sfilare, celebrandone le dimissioni.

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