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Corpo forestale addio, ammainata la bandiera per l’ultima volta
Dal primo gennaio entra in vigore il decreto che accorpa il Corpo forestale all’Arma dei carabinieri. Così si chiude un capitolo della storia d’Italia.
Era il 1822 quando il re sabaudo Carlo Felice istituì l’amministrazione forestale, corpo di polizia con il ruolo di protezione dell’ambiente, del paesaggio e della fauna. Successivamente, precisamente il 12 marzo 1948, nasceva il Corpo forestale dello stato, organo operativo fino al 31 dicembre 2016, quando con l’entrata in vigore del decreto legislativo 117 del 2016 e in applicazione della legge del 7 agosto 2015 n. 124, il Corpo è stato assorbito all’interno dell’Arma dei carabinieri.
Dal primo gennaio 2017, circa 7.500 forestali sparsi da nord a sud hanno trovato altra sistemazione all’interno dei Carabinieri. Secondo il comandante generale Tullio del Sette: “Dal passaggio all’Arma per il personale non deriverà nessun tipo di penalizzazione e anzi le strutture dei carabinieri sono in grado di assicurare sostegno e assistenza più di ora. La riorganizzazione prevede poi il trasferimento di circa 750 agenti ex forestale ad altre forze di polizia o amministrazioni e, in particolare, il reparto anti incendi confluirà nei Vigili del fuoco. Con la riorganizzazione del Corpo forestale verranno migliorati i costi di gestione e si potranno generare risparmi già quantificati in 100 milioni di euro in tre anni”. Perché di risparmio nella pubblica amministrazione si parla con la cosiddetta “legge Madia”.
L’ultimo ammaina bandiera
Così dalla Scuola allievi sottufficiali e Guardie forestali – distaccamento di Sabaudia, lo scorso 31 dicembre alla presenza del comandante Alessandro Bettosi c’è stato l’ultimo saluto al Corpo. L’ultimo ammaina bandiera e l’ultimo inno d’Italia. Ora i forestali saranno riassegnati e indosseranno una divisa con gradi e la fiamma dei carabinieri.
Contrarie le associazioni ambientaliste
Da sempre contrarie praticamente tutte le associazioni ambientaliste, che vedevano in questo accorpamento la perdita dell’unico strumento e corpo di polizia addestrato per la protezione dell’ambiente, del paesaggio e della filiera agroalimentare. Wwf, Lipu, Enpa e molte altre avevano infatti lanciato una petizione che ad oggi ha raggiunto circa 120mila firmatari. Ma per i dirigenti delle forze di polizia non si tratta di perdita, al contrario. L’unione dovrebbe portare ad un maggiore efficientamento e ad una maggiore possibilità di intervento.
Sindacati contrari
Molti forestali hanno tentato fino all’ultimo di portare almeno ad una sospensione del decreto. Tanto che il 20 dicembre scorso almeno 1.500 rappresentanti hanno manifestato sotto il Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Secondo il segretario generale del sindacato del Sapaf, Marco Moroni: “È stata una giornata bellissima perché siamo riusciti ad essere tutti uniti e a dimostrare che gli appartenenti al Corpo forestale un orgoglio ce l’hanno e non vogliono morire”.
Sta di fatto che con la fine del 2016 abbiamo assistito all’addio di quelli che per quasi due secoli sono stati i protettori dell’ambiente, degli animali, dei boschi e delle acque italiane.
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