Diritti umani

Come il movimento #Metoo sta aiutando le detenute degli Stati Uniti

Grazie all’interesse creato dal movimento femminista #Metoo, ora è più facile per le donne in prigione nel Maryland e in altri stati americani ottenere prodotti per l’igiene intima di prima necessità.

Il movimento #Metoo, nato sulla scia delle accuse rivolte al produttore cinematografico Harvey Weinstein, ha cambiato il modo di parlare delle molesti sessuali sui luoghi di lavoro. Scomparso forse un po’ troppo presto dalle prime pagine dei giornali e quindi dall’attenzione dell’opinione pubblica, #Metoo, sin dall’inizio associato all’hashtag che ha reso famosa la questione sui social, è poi confluito nell’organizzazione a difesa delle vittime di molestie sessuali Time’s up. Dopo tanto clamore su internet, si cominciano a vedere i primi risultati positivi portati da questo movimento e a beneficiarne non sono solo le donne dell’industria cinematografica.

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La situazione delle detenute americane, finora

Grazie al movimento #Metoo sono migliorate anche le condizioni delle donne nelle carceri americane, come raccontato da Monica Cooper, ex detenuta del Maryland, negli Stati Uniti: “In questo periodo c’è un maggiore interesse verso la condizione delle donne, in qualsiasi situazione esse si trovino. Che sia per #Metoo o per Time’s up, il vento è cambiato. Solo fino a cinque anni fa nulla di tutto ciò era immaginabile”, ha spiegato Cooper in un’intervista.

Ad esaltare ancora di più il suo parere sul movimento sono stati i miglioramenti arrivati alle carcerate. Fino a pochi anni fa, infatti, per le prigioniere era difficile se non impossibile ottenere prodotti per l’igiene intima. Questo causava malattie e infortuni a migliaia di donne, che molto spesso si ripercuotevano ancora sulla loro vita fuori dal carcere una volta rilasciate.

Cronica assenza di prodotti per l’igiene intima

Isterectomie d’urgenza e sindrome da shock tossico sono due gravi problemi che affliggono le donne che non posso utilizzare prodotti per l’igiene intima adeguati. Queste due malattie colpiscono spesso proprio le carcerate che non hanno avuto accesso a medicinali e articoli di prima necessità. “Oltre all’assenza di un numero sufficiente di prodotti per ogni ospite delle prigioni, esiste anche una dinamica di potere messa in atto dai poliziotti che lavorano nelle carceri. È capitato che si rifiutassero di dare i prodotti per l’igiene intima alle detenute così da tenerle sotto scacco”, ha sottolineato Amy Fettig, direttrice dell’organizzazione American civil liberties union’s national prison project.

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Kimberly Haven, sinistra, e Monica Cooper, due sostenitrici della riforma per le prigioniere, a Annapolis, Maryland © Brian Witte / AP

Ma la situazione sta cambiando dopo l’attenzione data a #Metoo

I politici degli Stati Uniti si sono interessati al problema dopo l’interesse suscitato dal movimento #Metoo. Il primo marzo è stata approvata in Maryland una legge che prescrive l’accesso libero e gratuito ai prodotti per le mestruazioni in carcere. Lo stesso è accaduto in Alabama, Arizona e Connecticut. Tampax gratuiti e altri articoli per l’igiene intima femminile saranno messi a disposizione delle prigioniere senza limiti. “È importante che la dignità e la salute non diventino fattori meno importanti una volta in cella” conclude Fettig. Per merito anche di un semplice hashtag quindi, a dimostrazione di come i social network non siano per forza uno strumento inutile, le detenute americane possono avere un futuro e una vita dietro le sbarre meno umiliante e più umano.

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