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Il procuratore dello stato di New York chiede che Harvey Weinstein, produttore cinematografico accusato di molestie sessuali da decine di donne, risarcisca le vittime. E risponda di violazione dei diritti umani.
I cittadini dello stato di New York, rappresentati dal procuratore generale Eric Schneiderman, hanno fatto causa negli Stati Uniti ad Harvey Weinstein, a suo fratello Robert e alla loro casa cinematografica newyorkese (The Weinstein company) con l’accusa di violazione dei diritti civili. In particolare si fa riferimento ad abusi e molestie sessuali, sessismo e coercizione.
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A ottobre del 2017 un’inchiesta del New York Times ha rivelato che Harvey Weinstein avrebbe molestato decine di donne, molte delle quali si sono fatte avanti per raccontare quanto subìto. Nel documento legale redatto da Schneiderman si legge che il produttore “ha ripetutamente e costantemente molestato le impiegate della Twc creando un ambiente di lavoro ostile e costringendole ad atti sessuali o degradanti per non essere licenziate o ottenere una promozione”. Robert Weinstein e il consiglio di amministrazione sarebbero stati al corrente della situazione e di come le risorse aziendali venissero usate per coprire “comportamenti illegali”.
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L’intenzione dei fratelli Weinstein è quella di vendere la casa di produzione: l’obiettivo del procedimento legale nei loro confronti è anche quello di assicurare che, nel caso accada, “le vittime siano risarcite, gli impiegati vengano tutelati e i colpevoli non si arricchiscano ingiustamente”, ha dichiarato Schneiderman. Si chiede il pagamento di un risarcimento pecuniario e di multe fino a 500mila dollari per ogni violazione dei diritti umani. L’avvocato difensore di Harvey Weinstein ha risposto che l’investigazione dimostrerà che molte delle accuse sono prive di fondamento.
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