Le isole Fiji sono il primo paese al mondo ad aver ratificato lo storico accordo sul clima raggiunto alla Cop 21 di Parigi, lo scorso dicembre. A dimostrazione del proprio impegno nel contrastare i cambiamenti climatici, il 12 febbraio il parlamento delle isole che si trovano nell’oceano Pacifico ha adottato all’unanimità il trattato per la riduzione delle emissioni di gas serra. La bandiera delle Fiji © Phil Walter/Getty Images Con questo accordo formale la nazione si è proposta come leader nel campo della sensibilizzazione della comunità internazionale sull’impatto che i cambiamenti climatici hanno sugli stati isola e sui paesi in via di sviluppo. La mozione è stata presentata in vista della cerimonia in cui i 196 stati che hanno preso parte all’accordo di Parigi firmeranno il trattato. L’evento, ospitato dalle Nazioni Unite, si terrà ad aprile nella sede centrale dell’organizzazione internazionale a New York, negli Stati Uniti. Alluvione nelle Fiji © Wikimedia Le Fiji stanno già affrontando i cambiamenti climatici Come ha confermato il primo ministro delle Fiji, Frank Bainimarama, i cambiamenti climatici sono un serio problema per il paese. Come tutte le isole del Pacifico, lo stato è particolarmente vulnerabile agli effetti dell’aumento delle temperature in tutto il mondo, in particolare all’innalzamento del livello del mare, alla maggiore frequenza di cicloni tropicali e alluvioni e al degrado degli ecosistemi della barriera corallina. Tra gli altri impegni assunti con l’accordo globale sul clima le Fiji hanno anche promesso di raggiungere il 100 per cento di energia rinnovabile entro il 2030 e, se i fondi che riceverà dalla comunità internazionale lo permetteranno, di ridurre le emissioni del 30 per cento entro lo stesso anno, altrimenti di ridurle del 10 per cento. Vista a volo d’uccello delle Fiji © Flickr Gli esperti sono convinti che, sull’esempio delle Fiji, almeno altri 55 paesi, responsabili di più della metà delle emissioni di CO2 globali, approveranno formalmente l’accordo di Parigi entro aprile. Se così fosse, i provvedimenti entreranno in vigore già nel 2020 e l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperature globale al di sotto dei due gradi non sembrerà poi così lontano.