
Le produzioni LifeGate brillano agli Italian Podcast Awards: Borena porta a casa il premio di Podcast dell’Anno e miglior podcast nella categoria News. Al secondo posto Re:Tour, un’altra produzione LifeGate.
Il World Monuments Fund, no-profit che opera per la salvaguardia di siti archeologici, stanzierà 500.000 dollari per formare i profughi siriani perché siano protagonisti della ricostruzione di Palmira.
Ricostruire il sito di Palmira grazie alle braccia di chi da quelle terre è dovuto fuggire: è questa l’intenzione del World monuments fund che vuole in questo modo evitare che il ripristino del sito sia affidato solo alla competenza di archeologici internazionali ma intende invece formare le giovani generazioni siriane per impiegarle nella rinascita e tutela del proprio patrimonio storico artistico. Un progetto da 500mila dollari e di grande speranza.
Così come le morti innocenti di civili e bambini, la distruzione da parte dell’Isis di Palmira, forse la più nota città siriana per via del sito archeologico patrimonio dell’Unesco, è uno degli avvenimenti più truci nella storia dell’arte recente. Qualcosa che ha toccato tutti profondamente perché senza pietà e dettata da una furia cieca. Lo Stato Islamico ha di fatto annientato testimonianze archeologiche antichissime perché ritenute i simboli di un’epoca pagana che precede l’arrivo di Maometto sulla terra. Un’era negata di cui quindi per i criminali dell’Isis non doveva rimanere alcuna traccia.
Ma ricostruire ciò che è stato barbaramente distrutto grazie all’impegno degli stessi siriani è possibile: questo infatti il progetto del World monuments fund, organizzazione no profit che si occupa di preservare siti architettonici dalla forte rilevanza storica in tutto il mondo, che ha promosso una campagna per formare i rifugiati siriani che vivono nel campo di Zaatari sul confine giordano con lo scopo di impegnarli attivamente nel ripristino del sito. Per il progetto, sviluppato con il Petra national trust – organizzazione giordana la cui missione è di promuovere la tutela e la conservazione di Petra – sono stati stanziati circa 500mila dollari.
È solo l’inizio del lungo percorso che riguarderà Palmira, soprattutto se pensiamo che la guerra in Siria è ancora in atto e non possiamo sapere quanto ancora durerà e quando, di conseguenza, effettivamente questo progetto potrà avere inizio. È però un’azione concreta oltre che simbolica che intende ridare una speranza a una popolazione allo stremo.
Sempre in merito a Palmira è di ieri la dichiarazione dell’archeologo Paolo Matthiae, fra i maggiori esperti al mondo e scopritore di Ebla, secondo il quale le autorità siriane hanno iniziato a compiere ”un attentissimo rilevamento dei crolli” e dalle prime analisi è emerso che le esplosioni dell’Isis ”non hanno polverizzato” tutte le antiche vestigia e sono rimaste molte pietre che potranno essere riutilizzate. Il vasto sito archeologico di Palmira potrà dunque essere ricostruito quasi nella sua totalità (si parla di un 98 per cento) con restauri tradizionali. “Il sito archeologico di Palmira è un un campo di rovine di grandissima estensione e solo il 20-30 per cento è danneggiato gravemente, purtroppo si tratta però di eccellenze, come il tempio di Bel, mentre l’Arcata Trionfale si rimetterà su”, ha aggiunto l’archeologo, intervenuto alla presentazione della mostra I volti di Palmira ad Aquileia, allestita dal 2 luglio al 3 ottobre negli spazi del Museo archeologico nazionale della città friulana. Per fare gli iniziali accertamenti è stata chiamata una ditta francese ma anche l’Istituto superiore per la conservazione ed il restauro italiano ha già dato prova di importante collaborazione.
Due buone notizie per un popolo che deve ricominciare a vivere, magari ripartendo proprio dal rimettere insieme i preziosi pezzi della sua storia.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Le produzioni LifeGate brillano agli Italian Podcast Awards: Borena porta a casa il premio di Podcast dell’Anno e miglior podcast nella categoria News. Al secondo posto Re:Tour, un’altra produzione LifeGate.
Il fotografo canadese Edward Burtynsky ci porta in angoli del mondo che non riusciremmo a vedere con i nostri occhi, dove sono più profonde le ferite e le cicatrici che abbiamo inflitto come specie. Scatti che danno vita a dialoghi sulla via della transizione.
Il terremoto del 28 marzo non ha abbattuto solo le case e provocato vittime, ma ha colpito anche molti siti culturali del Myanmar. Cosa sappiamo?
Nel West End a Londra è in scena Kyoto, uno spettacolo che parla dei vari negoziati sul clima che hanno segnato la storia della diplomazia climatica.
Il celebre Museo d’Orsay parigino ha lanciato una “riflessione universale sul clima”, attraverso un’esposizione diffusa in tutta la Francia.
In un Volvo Studio ampliato e rinnovato torna un programma culturale che esplora l’interazione creativa tra arte, musica e innovazione, riflettendo l’approccio olistico del marchio alla sostenibilità e alla valorizzazione della persona.
Sette idee per vivere l’atmosfera natalizia tra lo shopping nei mercatini, passeggiate in borghi vestiti a festa e mirabili opere d’arte.
A Milano un murale intitolato “Respiro” ha l’obiettivo di dare un tocco di verde in più alla città e non solo.
Dal 23 al 29 settembre a UpTown Milano concerti, laboratori creativi, eventi dedicati all’arte, al benessere, alle api e alla biodiversità.