Ces 2020, la fiera di Las Vegas vista con gli occhiali di 007

Speciali smart glasses, telecamere, intelligenza artificiale. Al Ces di Las Vegas, Bosch ha presentato alcune tecnologie che “ampliano” i nostri sensi. Eccole.

Non solo auto e mobilità in senso stretto. Al Ces di Las Vegas (la più grande e prestigiosa fiera di elettronica e tecnologia al mondo), Bosch mostra alcune tecnologie che sembrano uscite da un film di James Bond, ma che invece sono pronte per il debutto sul mercato; ad accompagnare le nostre vite, semplificandole. Una delle più interessanti, dopo avervi già illustrato le due capaci di vincere l’Innovation Award, è senza dubbio il sistema Light Drive che trasforma normali occhiali in speciali smart glasses.

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Il sistema Smartglasses Light Drive è in grado di trasformare pressoché qualsiasi normale occhiale in smart glass © Bosch

Ces di Las Vegas, dagli occhiali agli smart glasses

In parole semplici, Light Drive è la tecnologia che rende smart un normale paio di occhiali. Tutto si basa su un sistema di proiezione integrato nelle bacchette, composto da speciali specchi, elementi ottici, sensori e da una connessione al software (dotato di intelligenza artificiale). Il risultato è che chi indossa questi occhiali speciali può osservare, all’interno del proprio campo visivo, delle immagini visibili nitidamente anche alla luce diretta del sole. Inoltre, la tecnologia Bosch Light Drive è compatibile con le lenti curvate e correttive, dunque utilizzabile anche dagli utenti che già utilizzano occhiali da vista.

Così si eliminano la distrazioni causate dall’uso (vietato) del telefono

Già, ma di quali immagini stiamo parlando? Delle informazioni di navigazione, dei messaggi sms e whatsApp, del calendario e di tutto ciò che normalmente ci costringe a prendere in mano lo smartphone (spesso, purtroppo, anche quando siamo alla guida dell’auto; una delle maggiori cause di incidenti, specie in città). In questo senso, il collegamento con la mobilità, più di preciso con la sicurezza alla guida, si ripropone prepotentemente. Avere infatti a disposizione le informazioni di cui si ha bisogno proiettate come “ologrammi” fra sé e il mondo reale riduce infinitamente il pericolo di distrazione in auto.

Meno distrazioni in auto indossando gli smart glasses © Bosch
Meno distrazioni in auto indossando gli smart glasses © Bosch

In auto qualcuno ci spia (per il nostro bene…)

Tornando all’auto in senso stretto, al Ces Bosch mostra anche il sistema di monitoraggio interno dell’abitacolo basato su telecamere e intelligenza artificiale. Un occhio indiscreto? Tutt’altro: uno sguardo provvidenziale per tutti gli utenti della strada. In sostanza, questo apparato tecnologico è capace di capire se il guidatore sta guardando lo smartphone invece che la strada, oppure se sta per chiudere gli occhi causa sonno. Nell’eventualità, emette un segnale di avviso, prevenendo e scongiurando i pericoli. L’invenzione di Bosch arriva col giusto tempismo, visto che il codice della strada 2020, se verrà confermata la bozza, aumenta le sanzioni fino a 1.697 euro, con decurtazione dei punti, in caso di guida al telefonino. Ma le nuove regole prevedono anche la sospensione della patente da sette giorni a tre mesi a seconda dei casi.

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Innovazione e sicurezza all’interno dell’abitacolo con le telecamere e l’intelligenza artificiale © Bosch

La sicurezza nella mobilità come scopo principale

Gli occhi virtuali danno vita anche ad alcune tecnologie – i cosiddetti Adas – già presenti sulle nostre auto, ma evolute e migliorate. La telecamera anteriore, per esempio, che in futuro sarà in grado anche di riconoscere se il bordo della strada è transitabile, persino in assenza di segnaletica orizzontale. Oppure i sensori radar, già presenti sui modelli di auto più evoluti, che rilevano con efficacia ciò che accade nell’area attorno al veicolo persino in condizioni di cattivo tempo e scarsa luminosità. Ancora, il sistema di parcheggio autonomo già in fase di sperimentazione con Daimler in Germania: in alcuni garage dotati di sensori e intelligenza artificiale, le auto vanno a parcheggiarsi da sole e tornano a recuperare il guidatore dove lo avevano lasciato. Ma perché la mobilità diventi davvero sicura, le auto dovranno essere sempre più connesse all’ambiente e le città sempre più smart.

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