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Sempre più connessa e sostenibile, sempre meno simbolo di fatica: dal Ces di Las Vegas le innovazioni premiate dalla giuria dedicate all’e-bike.
I ciclisti duri e puri, quelli per cui la bicicletta è fatica, la vedono come fumo negli occhi. Gli altri, quelli che sono alla ricerca di un modo economico e sostenibile per spostarsi, se non la utilizzano già da tempo la stanno per comprare. La bicicletta a pedalata assistita (in cui Bosch crede fin dall’inizio e per cui produce motori, batterie ed elettronica di gestione), al di là di come la si pensi, un merito innegabile ce l’ha: aver avvicinato alle due ruote un grandissimo numero di persone, comprese quelle che mai avrebbero preso in considerazione la bicicletta per i propri spostamenti quotidiani. Le e-bike hanno conquistato anche un’altra fetta di clientela: quella costituita da persone che vogliono iniziare a fare sport, ma senza esagerare; oppure chi, magari un po’ avanti con gli anni, desidera continuare a pedalare dove ha sempre pedalato, pur non avendo più gambe e polmoni di un tempo.
Di qualunque gruppo si faccia parte, l’evoluzione tecnologica che sta interessando l’e-bike è impressionante e Bosch ne ha dato un “saggio” al Ces 2022, l’evento di riferimento dedicato alla tecnologia appena conclusosi a Las Vegas. Innanzitutto, la sua eBike Systems è stata insignita del CES® 2022 Innovation Award Honoree nella categoria “Vehicle Intelligence & Transportation”. Un riconoscimento importante per un’innovazione capace di unire due mondi teoricamente inconciliabili: quello fisico della pedalata e quello digitale creato da un’app connessa.
Nel concreto, questo “ecosistema” è composto dalla nuova app eBike Flow, da un’interfaccia a Led, da un display a colori, da una batteria ricaricabile e da una drive unit. Ok, direte voi, ma con quali vantaggi rispetto ai sistemi attualmente in commercio? Offrire un ampio ventaglio di possibilità: il tracciamento automatico delle attività, per esempio, oppure la definizione di riding mode personalizzati. Che si tratti di spostamenti quotidiani o di pedalate di piacere, il risultato è un divertimento superiore, su distanze più lunghe. Il tutto, con il valore aggiunto della possibilità di ricevere aggiornamenti – e quindi miglioramenti costanti – over the air.
Se il software è arrivato sulle biciclette, per quanto a pedalata assistita, può arrivare davvero ovunque e non deve sorprendere che stia conquistando spazi sempre più ampi nel campo automotive. In questo campo, in futuro, connettività, automazione e funzioni personalizzate saranno fornite sempre più dal software. Già adesso, Bosch implementa più di 200 milioni di unità di controllo all’anno, capaci di far funzionare il software proprietario dell’azienda tedesca. Un risultato figlio della capacità del produttore tedesco di progettare software e componenti elettronici e di usare queste competenze per sviluppare hardware e software specifici in grado di adattarsi a ogni genere di applicazione automobilistica.
Che Bosch abbia competenze larghissime e in tantissimi settori, alcuni dei quali lontanissimi uno dall’altro, non è certo una novità. Al Ces 2022 se n’è avuta una lampante dimostrazione. Se da un lato la sua tecnologia è in grado di prendersi cura dei cibi conservati in frigorifero, suggerendo ricette e modi di utilizzo in base alle date di scadenza (per non dire, tra le altre cose, del forno che suggerisce tempi e modi di cottura), dall’altro, con SoundSee, è protagonista niente meno che sulla stazione spaziale internazionale ISS. Per quale motivo? Per registrare il rumore ambientale nello spazio tramite microfoni ipertecnologici e l’intelligenza artificiale. Scopo di SoundSee è quello di rilevare eventuali anomalie e circoscrivere le aree che richiedono lavori di manutenzione. Una tecnologia che in futuro potrà essere utilizzata su infrastrutture come ponti e gallerie.
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