Il modello virtuoso e sostenibile delle comunità energetiche rinnovabili sta riscontrando un successo innegabile in Italia.
L’Italia spende 1 miliardo di euro all’anno per illuminare le città, ma un italiano su due si sente poco sicuro. Male illuminati scuole e ospedali
Negli ultimi 12 mesi la metà degli italiani, 29,3 milioni di persone, si sono sentiti insicuri in un luogo pubblico a causa della scarsa illuminazione. Non solo, sei milioni di italiani hanno regolarmente paura del buio o della cattiva illuminazione pubblica di strade, piazze e giardini. E nonostante questo l’Italia è il secondo paese in Europa, dopo la Spagna, con la maggior spesa per illuminazione pubblica: 1 miliardo di euro all’anno. Sono i dati, un po’ sconcertanti, emersi dalla ricerca condotta da Censis per conto di Gewiss, azienda italiana che opera a livello internazionale nella produzione di soluzioni e prodotti per la domotica, l’energia e l’illumino-tecnica per i settori residenziale, terziario e industriale. A questo quadro contraddittorio si aggiunge il fatto che l’Italia è anche il paese al mondo con il maggior inquinamento luminoso in rapporto alla superficie del territorio.
Sono le giovani donne (76,2 per cento) a temere maggiormente il buio e soprattutto gli abitanti delle grandi città con 71,5 per cento, quelli delle Sud e delle Isole (62,6 per cento) e gli abitanti del Centro (58,5 per cento). In tema di cattiva illuminazione anche i millennial (70,6 per cento) e i laureati (64,5 per cento) sono particolarmente attenti e giudicano assolutamente inefficiente l’illuminazione dei luoghi pubblici e di lavoro.
Secondo quanto emerso dall’indagine i luoghi pubblici male illuminati sono prevalentemente le strade fuori dal contesto urbano e, a seguire, giardini, parchi e parcheggi. Anche le strade urbane risultano poco illuminate.
Strade a parte, la scarsa illuminazione riguarda anche scuole e ospedali. 2,6 milioni di genitori di alunni ritengono che vi siano luci inadeguate nelle strutture scolastiche. L’insufficiente illuminazione coinvolge in particolare le scuole delle regioni del Sud (28,5 per cento, superiore del 5,5 per cento rispetto al totale nazionale). Mentre sono 9,2 milioni gli italiani che dicono di essere stati nell’ultimo anno in ospedali e altre strutture male illuminate. Sono, ancora una volta, le regioni del Sud a registrare la peggiore illuminazione delle strutture sanitarie con il 26 per cento (+7,9 per cento rispetto alla media nazionale) e nelle grandi città (22,2 per cento, +4,1 per cento rispetto alla media nazionale).
Per contro, i centri commerciali e supermercati sono sempre molto, forse troppo, illuminati: solo il 6,4 per cento ne ha visitati di male illuminati. Infine, l’82 per cento degli italiani ritiene che illuminare monumenti, statue, palazzi e opere architettoniche sia un modo per valorizzarli e farli visitare di più.
Italia male illuminata nonostante la spesa esorbitante messa in campo. I comuni italiani spendono per l’illuminazione pubblica 1 miliardo di euro l’anno, pari a 18,7 euro per abitante, il costo più alto registrato a livello europeo dopo quello della Spagna.
Il consumo annuo pro capite per illuminazione pubblica in Italia è 107 kWh: oltre il doppio della Germania con i suoi 50kWh, della Gran Bretagna con 42kWh e un terzo in più della Francia. La causa è da imputare al fatto che in Italia si installano sistemi di illuminazione con potenza troppo elevata, con un consumo medio di 105 chilowattora, mentre in Europa è di 51 chilowattora. Questo significa che l’Italia ha una potenza installata per superficie urbanizzata più che doppia rispetto alla maggior parte dei Paesi europei.
Per superare il problema sarebbe utile ripensare un servizio di illuminazione pubblica che tenga in considerazione la sicurezza dei cittadini, la qualità estetica e funzionale degli spazi e nuovi vincoli di bilancio. La soluzione arriva dall’innovazione tecnologica, soluzioni smart, che possano abbattere i costi (dando luce solo ed esclusivamente quando e dove serve) e allo stesso tempo corrsipondano alle aspettative, in termini di qualità e di sicurezza, dei cittadini. Oggi esistono soluzioni tecnologiche di illuminazione a led delle città in grado non solo di ottenere importanti riduzioni dei costi, ma di fornire benefici diretti ai cittadini con nuovi servizi connessi come WI-FI, telecamere e rilevamento dell’inquinamento dell’aria, i cosiddetti lampioni intelligenti.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il modello virtuoso e sostenibile delle comunità energetiche rinnovabili sta riscontrando un successo innegabile in Italia.
Le strisce pedonali smart installate in Spagna stanno appassionando gli italiani, essendo un’idea semplice ma molto efficace per varie ragioni. Attraversare di notte una strada poco illuminata non è un’esperienza gradevole, considerando i dati che riguardano incidenti che coinvolgono chi si sposta a piedi. Per fortuna la tecnologia ci viene incontro con soluzioni che
Il progetto Solar Roadways, dopo anni di sperimentazioni ha trovato il via libera anche del governo americano e ora cerca fondi tramite il crowdfunding. Nato da un’idea di Scott, un ingnegnere elettronico e della moglie Julie, che vuole sostituire l’asfalto nelle strade ed autostrade con pannelli fotovoltaici e illuminazione a Led. Un’idea in
Le rinnovabili hanno prodotto più energia elettrica del carbone, ma l’obiettivo di triplicarne la capacità installata appare ormai fuori portata.
Come funziona la geotermia e perché soddisfa solo lo 0,3 per cento dell’elettricità mondiale. Storia di una fonte energetica trascurata.
Mezzi danneggiati, operai minacciati: in Toscana è scontro sull’opera. Marco Duranti, presidente di Legambiente Firenze, spiega che il parco è necessario.
I dati degli ultimi anni indicano un rallentamento nel processo di transizione energetica in Italia. Il rischio è di mancare gli obiettivi al 2030.
Per la prima volta, in Cina il calo delle emissioni di CO2 sono correlate alla crescita di energia rinnovabile. Che viene finanziata anche all’estero.
Venticinque esperti si confrontano su comunità energetiche, nucleare di nuova generazione, biocarburanti e termovalorizzazione dei rifiuti: “Serve coraggio e una coscienza collettiva”.


