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Petaloso ha tutto il diritto di entrare nel vocabolario italiano. L’Accademia della Crusca risponde così a Matteo, un bimbo della scuola elementare di Copparo.
Dopo che Matteo, un bimbo di 8 anni che frequenta la terza elementare a Copparo (Ferrara), ha usato l’aggettivo petaloso in un compito in classe, la maestra Margherita Aurora ha deciso di inviarla all’Accademia della Crusca per chiedere chiarimenti, colpita e forse spiazzata dalle domande dei bambini che non capivano perché non esistesse nella lingua italiana.
Qualche settimana fa, durante un lavoro sugli aggettivi, un mio alunno ha scritto di un fiore che era “petaloso”. La…
Pubblicato da Margherita Aurora su Martedì 23 febbraio 2016
L’Accademia ha preso in seria considerazione la richiesta della maestra e di Matteo e ha risposto con una lettera precisa e suggestiva scritta da Maria Cristina Torchia della redazione che si occupa di consulenza linguistica. Petaloso “è una parola ben formata e potrebbe essere usata in italiano come sono usate parole formate nello stesso modo”. Ad esempio pel-oso (“pelo” più “oso”) o coraggi-oso (“coraggio” più “oso”).
Dunque, nessun problema a usare la parola petaloso per definire una margherita se messa a paragone con un papavero che di petali ne ha pochi. Torchia invita anche a leggere un libro che racconta una storia simile a quella di Matteo Drilla di Andrew Clements e conclude esortando i bambini (e non solo) a usare la parola il più possibile affinché, un giorno non molto lontano, possa essere inserita ufficialmente nei vocabolari italiani. E sui social network sembra che l’invito sia stato accolto in modo grandi-oso.
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