Sono un elemento architettonico della città particolarmente identitario, per cui Bolognaè conosciuta in tutto il mondo: parliamo dei suoi portici iscritti ora nel Patrimonio dell’umanità Unesco. Si aggiungono a Padova Urbs picta, l’insieme dei cicli pittorici ad affresco conservati all’interno di otto edifici religiosi e civili del centro storico e a Montecatini Terme, tra le località termali europee. Tutte splendide notizie per il Ministero dei beni culturali italiano.
I portici come elemento identificativo della città di Bologna
Non meno famosi delle torri, i portici avevano già permesso a Bologna di conquistarsi il titolo di città con l’insieme di porticati più lungo del mondo: misurano infatti più di 38 chilometri solo nel centro storico, e raggiungono i 53 contando quelli fuoriporta. Un record. La loro storia pare che risalga sin da poco dopo l’anno 1000: nacquero spontaneamente per aumentare gli spazi abitabili delle case; si costruirono infatti piani superiori di cubatura più estesa e furono così necessari portici per sostenere queste nuove strutture. Erano utili anche per permettere di muoversi senza problemi durante qualsiasi intemperia e favorirono la vita di comunità e le attività commerciali che si svilupparono in modo capillare proprio sotto i portici.
Un abbraccio lungo tutta la città: i #portici_di_Bologna ❤💙sono patrimonio dell'Umanità UNESCO! 🇮🇹"È Un’immensa…
Anche per questo i portici vengono riconosciuti come “un elemento identificativo della città di Bologna, sia dalla comunità che dai visitatori, e sono un punto di riferimento per uno stile di vita urbano sostenibile, in cui gli spazi religiosi e civili e le abitazioni di tutte le classi sociali sono perfettamente integrate”, così si leggeva nella candidatura che è stata valutata positivamente e ha portato al conseguimento di quest’importante risultato.
Una passeggiata per godere a pieno dei portici a Bologna
L’esperienza da non perdere per godere a pieno dei portici bolognesi – e insieme della vista meravigliosa sulla città – è quella della passeggiata per raggiungere San Luca seguendo il portico di via Saragozza. Il Santuario della Madonna di San Luca è un luogo di culto noto a tutti i bolognesi ma è molto frequentato anche da chi non ha alcun senso religioso, ed è facile capire perché.
Si tratta di un persorso di quasi 4 chilometri sotto il portico più lungo d’Europa costruito proprio per agevolare la processione che porta l‘effige della Madonna con bambino da San Luca fino alla Basilica di San Petronio. La processione si ripete tutti gli anni dal 1433, percorrendo 3,7 chilometri si attraversano 666 archi e 15 cappelle. Il numero 666 ci riporta a qualcosa di diabolico e infatti si dice che la strada che serpeggia giù dal colle della Guardia rappresenti il demonio schiacciato dalla Madonna durante la sua discesa dal Santuario. La salita verso il San Luca è spesso usata anche come percorso di purificazione o pegno da pagare per gli sbagli commessi. La vista che si gode alla meta però, è tutt’altro che una punizione, ma meraviglia pura.
Il presidente dell’Istat lo ha ribadito al Parlamento impegnato nella legge di Bilancio: le liste d’attesa sono troppo lunghe e l’alternativa è il privato.
Via libera alla proposta storica dell’ASviS: i provvedimenti conterranno una valutazione sull’impatto sulle prossime generazioni e sulla parità di genere.
Un emendamento al cosiddetto ddl Valditara la esclude non più dalle elementari ma anche dalle secondarie di primo grado. Intanto i femminicidi continuano.
Il chiarimento dei giuristi: la missione è legittima e le acque davanti a Gaza non sono israeliane, non difendere le navi da attacchi sarebbe un crimine.