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Dacia Spring, l’elettrica “low cost” del gruppo Renault che ha conquistato l’Europa: semplice, leggera, compatta (e premiata per la sua efficienza).
Come smaltiremo le batterie esauste delle vetture elettriche? Il grande quesito che caratterizzerà la mobilità del futuro è tutt’altro che remoto, dato che nel 2020, secondo le stime dell’Unrae, l’Associazione delle case automobilistiche estere che operano in Italia, si prevede che nel nostro Paese vengano immatricolate quasi 11mila vetture a zero emissioni. La necessità di
Come smaltiremo le batterie esauste delle vetture elettriche? Il grande quesito che caratterizzerà la mobilità del futuro è tutt’altro che remoto, dato che nel 2020, secondo le stime dell’Unrae, l’Associazione delle case automobilistiche estere che operano in Italia, si prevede che nel nostro Paese vengano immatricolate quasi 11mila vetture a zero emissioni. La necessità di ridurre l’impatto ambientale degli accumulatori esausti diventerà sempre più impellente negli anni a venire e richiederà risposte precise. Risposte che il Cobat, il Consorzio nazionale raccolta e riciclo, sarà presto in grado di fornire.
La rivoluzione elettrica non deve e non può trasformarsi in un boomerang ambientale. Per scongiurare questo rischio, dovuto alle difficoltà di smaltimento degli accumulatori al litio giunti a fine vita, il Cobat propone due soluzioni tanto efficaci quanto complesse da mettere in pratica: il riciclo e il riuso. Se, infatti, le batterie al piombo non presentano alcuna difficoltà di smaltimento, il discorso diventa sensibilmente più complesso prendendo in considerazione le celle al litio, alla base delle prestazioni delle vetture elettriche d’ultima generazione. A tal proposito, l’allarme viene lanciato da Giancarlo Morandi, presidente di Cobat, che sottolinea come, ad oggi, “le migliaia di accumulatori al litio esausti degli smartphone non vengono affatto riciclati. Drammaticamente, sono smaltiti in appositi inceneritori in Francia e in Belgio. Non possiamo permettere che lo stesso accada con le batterie delle vetture a zero emissioni, enormemente più grandi e complesse”.
La sfida lanciata dal Cobat è ben più complessa del semplice smaltimento delle batterie delle auto elettriche. Il Consorzio guarda infatti al riciclo integrale delle vetture, includendo qualsiasi componente. Anche le celle al litio che, nello specifico, prima della dismissione totale potrebbero essere destinate ad altre funzioni scisse dal contesto della mobilità, ad esempio per l’accumulo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. Pur avendo infatti una capacità residua di rilascio della carica e accumulo inferiore alle celle destinate all’autotrazione, possono comunque svolgere un ruolo importante nel settore dello stoccaggio, consentendo di ridurre il fabbisogno globale di litio e, conseguentemente, l’attività estrattiva. Così facendo, il costo ambientale della mobilità elettrica si ridurrebbe ulteriormente.
Quanto allo smaltimento definitivo, il Cobat è prossimo ad annunciare, grazie alla collaborazione con il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), la definizione di un processo efficace per il riciclo integrale delle batterie al litio. Portando al recupero di tutti i componenti, metalli inclusi, così da ridurne drasticamente l’impatto ambientale. Un nuovo orizzonte che promette di “salvare” la sostenibilità dell’auto elettrica. Il futuro, mai come ora, è a batteria.
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