
Solo una revisione più ambiziosa della direttiva europea sulle rinnovabili con interventi incisivi su edilizia, industria e trasporti può rallentare in tempi brevi il riscaldamento globale.
Con un piccolo, ulteriore investimento nello sviluppo delle rinnovabili, si ridurrebbe di 1,3 milioni il numero di decessi legati all’inquinamento.
Evitare il 50 per cento di morti legate all’inquinamento dell’aria. Un risultato raggiungibile con un aumento del 7 per cento degli investimenti nelle energie rinnovabili. È quanto rende noto l’ultimo rapporto “Energy and air pollution” e redatto dall’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), che analizza il rapporto tra energia, l’inquinamento atmosferico e la salute.
Nelle pagine del rapporto infatti vengono analizzati i contributi che il settore energetico può portare per ridurre la cattiva qualità dell’aria: più grande minaccia per la salute umana dopo la pressione alta, diete povere di nutrienti e il fumo.
I numeri infatti sono ancora alti e la qualità dell’aria continua a peggiorare a livelli ben al di sopra di quelli dichiarati sicuri dall’Organizzazione mondiale della sanità. In particolare nei Paesi asiatici e in quelli in via di sviluppo, a causa dell’utilizzo di alte concentrazioni di combustibili fossili sia nella produzione di energia che nei trasporti. Ad oggi questi settori sono responsabili della produzione dell’85 per cento del particolato e della quasi totalità di ossidi di zolfo e di azoto presenti in atmosfera.
“L’aria pulita è un diritto umano fondamentale del quale la maggior parte della popolazione mondiale ancora non beneficia”, ha dichiarato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie. “Nessun paese – ricco o povero – può sostenere di aver affrontato il problema dell’inquinamento dell’aria in maniera completa”.
Per questo il World energy outlook cerca di dare delle risposte, in particolare dimostrando come un investimento del 7 per cento nel settore energetico potrebbe avere degli enormi benefici per la salute. Entro il 2040 le morti premature causate dall’inquinamento atmosferico potrebbero ridursi di 1,7 milioni. E questo agendo sulla riduzione dell’uso dei combustibili fossili nella produzione di energia e in politiche che forniscano attrezzature adeguate per la cucina e il riscaldamento nei paesi in via di sviluppo.
“Abbiamo bisogno di rivedere il nostro approccio allo sviluppo energetico in modo che le comunità non siano costrette a sacrificare l’aria pulita in cambio della crescita economica”, ha concluso Birol.
Solo una revisione più ambiziosa della direttiva europea sulle rinnovabili con interventi incisivi su edilizia, industria e trasporti può rallentare in tempi brevi il riscaldamento globale.
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