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Nella seconda metà di gennaio, vaste parti dell’Asia sono alle prese con un freddo record: in Afghanistan e Corea del Nord si teme un’emergenza umanitaria.
Russia, Cina, Afghanistan, Corea del Nord. Mentre nell’Europa occidentale il mese di gennaio 2023 si è aperto con un meteo primaverile e si appresta a terminare – almeno secondo le previsioni – con la colonnina di mercurio che segna qualche grado in più rispetto alla media stagionale, vaste parti dell’Asia sono alle prese con un inverno straordinariamente freddo, con temperature che battono i record storici e mettono a dura prova la popolazione.
In Afghanistan, con un territorio per l’80 per cento montuoso, è normale che gli inverni siano rigidi. Questo, però, è il più freddo dell’ultimo decennio. I portavoce del governo talebano fanno sapere che nell’arco di un paio di settimane sono morte almeno 124 persone. Molte vivevano nelle aree rurali dove mancano i servizi sanitari e, con un meteo del genere, nemmeno gli elicotteri militari riescono ad atterrare. Sono morti anche 70mila capi di bestiame, il che compromette ulteriormente la sicurezza alimentare in un paese in cui 19,7 milioni di persone (cioè quasi la metà della popolazione) già soffrono la fame. Un’emergenza umanitaria esacerbata dal fatto che le organizzazioni non governative si sono trovate impossibilitate a operare, perché i talebani hanno vietato alle donne afghane di lavorare per loro.
Soprannominata “il Polo nord della Cina”, la città di Mohe si trova nella provincia nord-orientale di Heilongjiang, al confine con la Siberia. Lì, alle 7 del mattino del 22 gennaio, giorno del capodanno cinese, la colonnina di mercurio è scesa a meno 53 gradi centigradi. Battendo così il precedente record di meno 52,3 gradi che risaliva al 1969. L’autorità meteorologica cinese ha previsto che le temperature siano in forte calo in diverse aree del paese.
Attraversando il confine ci si imbatte nella città ritenuta la più fredda del mondo, Yakutsk, nella Siberia orientale. Un luogo in cui la popolazione è abituata a fare una vita apparentemente normale con temperature di 45 o 50 gradi sotto zero. Anche qui il freddo è stato più intenso del solito, con il termometro che ha segnato 62,7 gradi: erano più di vent’anni che non si registrava una temperatura così bassa.
Nella giornata di martedì 24 gennaio le autorità della Corea del Nord hanno diramato un’allerta per condizioni meteo estreme. Nella zona settentrionale del paese, che peraltro è la più povera, si prevede che la temperatura scenda al di sotto dei 30 gradi sotto zero. Le aree costiere invece sono esposte al forte vento.
Come sottolinea la Bbc, lo strettissimo isolamento in cui si trova il paese fa sì che si sappia molto poco del possibile impatto che una simile ondata di freddo avrà sulla popolazione. Al di fuori della capitale Pyongyang, la normalità è che le case non siano allacciate alla rete elettrica e le persone si tengano al caldo bruciando legname e foglie secche, isolando alla bell’e meglio porte e finestre con la plastica.
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