Covid-19

Sabrina Giannini, smettiamola di dare la colpa agli animali per la diffusione dei virus

Giannini torna sabato 27 febbraio, alle 21:45 su Rai3 con Indovina chi viene a cena e una puntata dedicata all’innocenza degli animali nella pandemia.

Dal pipistrello, al pangolino, fino ai visoni e agli animali degli allevamenti. In un anno di emergenza sanitaria dovuta alla diffusione della pandemia di coronavirus, sono state accusate a turno diverse specie, “colpevoli” di aver passato il Sars-Cov-2 all’essere umano. Ma abbiamo puntato il dito verso chiunque, tranne che su noi stessi. L’unico vero motivo per cui la Covid-19 è arrivata fino alla specie umana è che abbiamo distrutto tutto quello che ci circonda. Abbiamo abusato di habitat che non erano nostri; maltrattato in modi indecenti gli animali selvatici, ma anche quelli degli allevamenti; bruciato ogni connessione con il mondo naturale, dimenticandoci che ne facciamo parte anche noi. Per questo, “Se pensiamo che gli spillover dei virus avvengano solo nei mercati del Sud-est asiatico ci sbagliamo di grosso”. È quanto afferma la giornalista Sabrina Giannini, con cui abbiamo fatto una lunga chiacchierata sul futuro dell’essere umano, sul sistema alimentare e su quello che dobbiamo cambiare per evitare che sia troppo tardi.

visoni in gabbia allevato 100mila visoni uccisi in spagna
Se pensiamo che gli spillover dei virus avvengano solo nei mercati del Sud-est asiatico ci sbagliamo di grosso © Essere Animali

L’inchiesta di Sabrina Giannini per svelare le reali cause della Covid-19

Giannini torna sabato 27 febbraio, alle 21:45 su Rai3 con Indovina chi viene a cena, il suo celebre programma di inchieste sull’ambiente, gli animali e i modelli alimentari sostenibili. Nella prima puntata, “L’innocenza del pipistrello”, si parla di allevamenti intensivi, di caccia, ma anche degli allevamenti di visoni, strutture già denunciate da diverse associazioni, tra cui Essere Animali.

Alcuni dei filmati mostrati infatti, sono stati realizzati grazie all’aiuto dell’associazione che da anni si batte per liberare questi animali. “Condurla nella struttura non è stato affatto semplice – ci ha raccontato Francesco Ceccarelli, responsabile delle investigazioni di Essere Animali –. Questi luoghi hanno molteplici sistemi di sicurezza per impedire che i visoni vengano liberati, visto che negli scorsi anni diversi attivisti anonimi ci sono riusciti. Il servizio speriamo sia utile per far conoscere più da vicino questa realtà”.

Abbiamo parlato con Giannini del ritorno del programma, ma anche delle reali cause che si celano dietro questa pandemia.

L’intervista a Sabrina Giannini

“L’innocenza del pipistrello”. Cosa significa questo titolo?
Il titolo è evocativo del fatto che diamo sempre un po’ la colpa agli animali, anche quando è evidente che siamo noi gli artefici dei problemi. Non mi riferisco solo questa pandemia, ma anche alle numerose epidemie passate. È ovvio che gli animali possano trasmettere malattie. In fin dei conti, viviamo in un mondo fatto di virus e batteri. Il problema è quello che abbiamo fatto agli ecosistemi, quello che abbiamo fatto per far diffondere questi virus e farli diventare contagiosi. Nella quasi totalità dei casi, soprattutto quando si tratta di virus di specie selvatiche, siamo stati noi ad andare nei territori e prelevare gli animali dai loro habitat naturali. E non l’abbiamo fatto solo per mangiarli, come pensiamo noi. Tra l’altro questa cosa non è cambiata: nella puntata di questa sera mostriamo come i pipistrelli non siano spariti dai mercati asiatici. Il problema però non si riguarda solo il mangiare o meno il pipistrello. Il problema è andare a prenderlo da un habitat naturale, che gli appartiene, e distruggerlo. Lo facciamo per prendere la soia da dare agli animali, per prendere l’olio di palma da mettere nelle merendine, per mangiare gli animali stessi che ci vivono.

La colpa quindi di chi è?
Le colpe sono tante e diffuse. Innanzitutto, la colpa è di un sistema alimentare sbagliato. L’origine delle pandemie e dei cambiamenti climatici risiede nella nostra sete di profitti che ci sta portando ad una serie impressionante di pandemie. Come dice l’Oms non si tratta di “se” arriverà una nuova pandemia, ma solo di “quando”. E il problema centrale resta il sistema alimentare. Lo dicono tutti i rapporti scientifici. Pochi giorni fa è uscito quello ufficiale di Chatham House, un think tank britannico tra i più autorevoli, che titola così “il sistema alimentare è la causa della perdita di biodiversità”. Quindi? Anche delle pandemie, anche di questa. Se non cambiamo il sistema alimentare subito, se non eliminiamo le multinazionali, le aziende, i sistemi che creano monoculture, quelli che tagliano le foreste, le cose non miglioreranno. Per questo dobbiamo ridurre drasticamente carne e derivati. Fino a quando non lo faremo non potremo che peggiorare.

Le cose come possono cambiare?
Per gli animali da reddito deve per forza cambiare qualcosa. Mentre gli allevamenti di visoni si spera che man mano scompaiano in Europa. Il punto è che la quasi totalità degli habitat sono stati distrutti per nutrire i maiali. Il visone è accessorio. Il problema del visone è che è una bomba virale ed è molto sensibile al coronavirus. Ed è un animale selvatico ingabbiato e trattato come se fosse una gallina. Posto che persino per la gallina ci sono vari sistemi di allevamento. Certo che se come sta facendo la Commissione europea si continuano a finanziare gli allevamenti intensivi, i piccoli allevatori e i piccoli agricoltori non hanno speranze. È chiaro che il problema sia la politica. E non solo: è una questione anche dei consumatori che la devono smettere di delegare sempre a tutti. Continuiamo a mangiare carne come se ce ne fosse all’infinito e ci ritroviamo oggi questi totali di biomassa di mammiferi: il 60 per cento sono animali allevati, il 36 per cento siamo noi esseri umani e solo 4 per cento sono mammiferi selvatici. È la fotografia di quello che stiamo facendo.

sabrina giannini su pandemia allevamenti
Il Pandemics report sottolinea i rischi legati agli allevamenti intensivi © Joern Pollex/Getty Images

Come abbiamo potuto perdere il contatto con la realtà fino a questo punto?
L’essere umano è rimasto animale: abbiamo sete di accumulo, chissà, forse è perché abbiamo paura di morire. In questo siamo rimasti un po’ primitivi. Dall’altra parte siamo estremamente evoluti tecnologicamente e anche questo porta con sé una serie di problemi. L’evoluzione ci spinge a creare sistemi tecnologici che, ad esempio, vanno a pescare fino a centinaia di migliaia di metri sotto il mare, o tagliare le foreste con più facilità. È come se tutte le competenze venissero messe esclusivamente a disposizione dell’accumulo e del profitto. Siamo riusciti ad andare su Marte e abbiamo visto che pianeta ci aspetta: arido e senza niente. Se solo riuscissimo a capire che non si rigenera tutto… Abbiamo fatto estinguere una proporzione sconvolgente di animali selvatici distruggendo i loro habitat. L’uomo si sta disinteressando di quella che oggi più che mai è la dimostrazione che quello che stiamo facendo porterà solo all’aumento delle malattie, che non sono solo quelle virali. Ricordiamoci che le zoonosi sono anche batteriche. Non dimentichiamoci poi che solo sei giorni fa è avvenuto un altro spillover, l’h5n8, che è il virus aviario, mentre pochi mesi fa sono state uccise 700mila anatre per il foie gras (anche se semplicemente è stata anticipata la loro morte e forse visto come soffrono è meglio così). Il foie gras è un’altra delle pagine oscene di un continente che vuole definirsi green.

A livello europeo cosa sta succedendo?
Non si può non criticare la nuova politica agraria, firmata e voluta dal governo Conte, con i vari partiti, come quello di Renzi e soprattutto dei 5 Stelle che evidentemente si sono dimenticati di quella vocazione ambientalista proclamata ai voti. La Pac è devastante perché ancora una volta dà i soldi ai grandi investitori ed è lì il punto cruciale. Dobbiamo cambiare i soggetti a cui si danno i finanziamenti. Dare più soldi ai piccoli agricoltori e allevatori per dei progetti sostenibili moltiplicherebbe solamente i posti di lavoro. Invece preferiamo darli a queste imprese giganti. Noi dovremmo ridurre la carne e la comunità europea cosa fa? Una promozione della carne, “diventa carnitariano”.

Ci sono le lobby che sono fortissime e così non fanno che creare un danno alla biodiversità, alla nostra salute e alla civiltà, perché quello che stiamo facendo agli animali è altamente incivile. Non abbiamo ancora capito che quello che facciamo agli animali, alla fine ci torna indietro. Quello che noi stiamo facendo alla natura è la nemesi di quello che succederà. Questa mascherina è solo una barriera che stiamo mettendo tra noi e il mondo naturale, dimenticandoci di esserne parte. Noi esistiamo grazie a virus e batteri anche se facciamo finta che non esistano. Andiamo a prendere animali diversi da noi, li uccidiamo, li mangiamo, li facciamo fuori perché abbiamo bisogno dei loro habitat e poi ci lamentiamo se ci attaccano un virus? Siamo tutti animali, siamo fragili, ma ancora non l’abbiamo capito. Dopo un anno di questa pandemia non ho ancora sentito un politico, tantomeno italiano, dire che l’origine di questa pandemia è legata a quello che stiamo facendo alla natura. L’ha detto Ursula von der Leyen ma si è poi dimenticata di applicarlo. Poi hanno firmato la Pac più oscena che potessero firmare.

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Immagine aerea che mostra una parte della foresta pluviale amazzonica decimata dagli incendi dell’agosto 2019 nella regione di Candeias do Jamari © Victor Moriyama/Getty Images

La maggior parte degli ultimi virus che si sono diffusi è di origine zoonotica, ma non li hanno diffusi gli animali.
Il 75 per cento delle infezioni è di origine zoonotica, deriva dal nostro contatto patologico con gli animali. E non è solo questo: è abbastanza normale che l’uomo si ammali di malattie venute dalla natura, non viviamo in un mondo asettico. Il problema è vedere perché. L’Hiv non è stato un caso. Arriva da una scimmia che probabilmente ha morso un cacciatore che poi l’ha diffuso. Questo virus è rimasto circoscritto per un certo tempo in una zona dell’Africa. Attività come il commercio poi portano in giro le cose perché nella globalizzazione tutto è collegato. Ci siamo dimenticati che siamo quasi 8 miliardi, siamo ovunque e non abbiamo ancora capito con quale velocità portiamo in giro certi patogeni. Ad esempio, la peste suina, che sta infestando mezza Europa, non la sta portando in giro il cinghiale. Il cinghiale può essere un vettore, ma è stato l’uomo a portarla dall’Africa alla Georgia, poi in Romania e adesso in Germania. Ora si teme che arrivi anche in Italia. Non diamo la colpa al cinghiale, come non diamola al pipistrello, questo è il senso del titolo. Non siamo degli alieni, anche se qualcuno pensa di esserlo. Noi paghiamo oggi con la vita, con milioni di posti di lavoro e triliardi di euro una pandemia causata dalle logiche capitalistiche e consumistiche che andrebbero riviste. Mi chiedo perché nessun politico ne parli.

Dobbiamo partire dall’inizio. Perché i cittadini non possono sapere chi finanzia i partiti? Perché nel Veneto i cacciatori possono fare tutto quello che vogliono? In quella regione, i cacciatori sono divisi tra ricchi e poveri: i ricchi possono fare quello che vogliono. Possono sparare fino a cento anatre e dividersele poi tra chi ha la licenza. Possono prendere delle botti e andare a ridosso del parco del Delta del Po. Hanno le concessioni pubbliche. Le anatre poi arrivano e attaccano il virus. Quindi chi porta il virus qui? I signori cacciatori o le anatre? Mettono addirittura degli animali vivi per sparare. Questo è il senso del titolo, basta dare la colpa agli animali, la colpa è nostra. Dovremmo essere gli animali più intelligenti, ma siamo troppo attaccati ai soldi.

I consumatori devono imparare ad essere cittadini e non accettare tutto quello che viene deciso dai politici. Al contrario dovrebbero cancellarli dal Parlamento italiano ed europeo se sbagliano e se fanno promesse che poi non mantengono.

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