
I Paesi Bassi devono ridurre le emissioni di azoto. La sentenza del tribunale
Il giudice ha dato ragione a Greenpeace: entro il 2030 i Paesi Bassi dovranno abbassare i livelli di azoto in metà delle aree interessate dall’inquinamento.
Gli allevamenti intensivi si sono diffusi nel XX secolo per soddisfare i crescenti consumi di massa di prodotti di origine animale, dalla carne alle uova ai latticini. Si tratta di un’organizzazione di tipo industriale messa a punto per ottimizzare i costi e massimizzare la produzione e caratterizzata dalla concentrazione di molti capi in spazi ristretti, condizione che provoca spesso danni psichici e fisici agli animali e favorisce lo sviluppo di batteri per cui si deve ricorrere all’uso di antibiotici. Al giorno d’oggi gli allevamenti intensivi sono sempre più sotto accusa per non rispettare il benessere animale e per essere responsabili di buon parte delle emissioni di gas serra come CO2 e metano. Secondo le stime della Fao, gli allevamenti intensivi, in particolare quelli di bovini, generano il 15 per cento delle emissioni totali di gas serra di origine antropica. Occorre considerare, inoltre, che negli Stati Uniti e in Europa, la maggior parte della produzione agricola di cereali è destinata a sfamare gli animali allevati in modo intensivo. Ma quali sono le alternative? Una dieta veg o la riduzione del consumo di carne? La carne vegetale a base di soia e altri ingredienti (molto spesso anche additivi), o la carne sintetica prodotta in laboratorio che secondo i suoi fautori è cruelty free e richiede meno risorse per essere prodotta oppure, ancora, i piccoli allevamenti al pascolo che rispettano il benessere animale e contribuiscono alla tutela della biodiversità? Il dibattito è aperto e su LifeGate trovi tante informazioni sempre aggiornate sugli allevamenti intensivi e sulle alternative più sostenibili. Perché cambiare, in meglio, si può.
Il giudice ha dato ragione a Greenpeace: entro il 2030 i Paesi Bassi dovranno abbassare i livelli di azoto in metà delle aree interessate dall’inquinamento.
Il fotografo George Steinmetz ha girato il mondo per raccontare la produzione di cibo e ha raccolto i suoi scatti in un libro che ci restituisce più consapevolezza su quello che mangiamo.
Il 10 dicembre è la Giornata internazionale dei diritti per gli animali. Animal Equality scende in piazza a Milano per dare voce a chi non ce l’ha, per fermare la sofferenza degli animali.
Nuove immagini in un allevamento di maiali di un fornitore di Lidl rivelano condizioni inadeguate e violenze sugli animali. Dopo il caso dei polli, cosa ci vorrà per fermare la sofferenza?
Se ne è discusso a un evento a Roma, a partire dalla proposta di legge per andare oltre gli allevamenti intensivi. Gli interventi di produttori, medici, veterinari, studiosi e politici.
La proposta di legge per superare il sistema produttivo degli allevamenti intensivi attende ora una data per essere discussa.
Peter Singer è uno dei filosofi viventi più influenti al mondo. Il suo interesse per gli animali l’ha portato a fare riflessioni sul rapporto uomo-animale e a ricordarci quanto il loro dolore sia uguale al nostro.
Alle ultime elezioni europee i cittadini dell’Ue hanno votato anche per gli animali. La Commissione però non ha ancora preso una posizione sugli allevamenti in gabbia.
Il trasporto di animali vivi è ancora oggi una pratica ordinaria nell’industria della carne. Le condizioni però degli animali a bordo dei mezzi di trasporto non sono tutelate, soprattutto per quelli esportati all’estero.
L’acquacoltura si presenta come soluzione sostenibile per la sicurezza alimentare, ma in realtà gli allevamenti intensivi di pesce impattano in modo negativo sull’ambiente e sulle comunità.