Oltre gli allevamenti intensivi, pubblicata alla Camera la proposta di legge
La proposta di legge per superare il sistema produttivo degli allevamenti intensivi attende ora una data per essere discussa.
Gli allevamenti intensivi si sono diffusi nel XX secolo per soddisfare i crescenti consumi di massa di prodotti di origine animale, dalla carne alle uova ai latticini. Si tratta di un’organizzazione di tipo industriale messa a punto per ottimizzare i costi e massimizzare la produzione e caratterizzata dalla concentrazione di molti capi in spazi ristretti, condizione che provoca spesso danni psichici e fisici agli animali e favorisce lo sviluppo di batteri per cui si deve ricorrere all’uso di antibiotici. Al giorno d’oggi gli allevamenti intensivi sono sempre più sotto accusa per non rispettare il benessere animale e per essere responsabili di buon parte delle emissioni di gas serra come CO2 e metano. Secondo le stime della Fao, gli allevamenti intensivi, in particolare quelli di bovini, generano il 15 per cento delle emissioni totali di gas serra di origine antropica. Occorre considerare, inoltre, che negli Stati Uniti e in Europa, la maggior parte della produzione agricola di cereali è destinata a sfamare gli animali allevati in modo intensivo. Ma quali sono le alternative? Una dieta veg o la riduzione del consumo di carne? La carne vegetale a base di soia e altri ingredienti (molto spesso anche additivi), o la carne sintetica prodotta in laboratorio che secondo i suoi fautori è cruelty free e richiede meno risorse per essere prodotta oppure, ancora, i piccoli allevamenti al pascolo che rispettano il benessere animale e contribuiscono alla tutela della biodiversità? Il dibattito è aperto e su LifeGate trovi tante informazioni sempre aggiornate sugli allevamenti intensivi e sulle alternative più sostenibili. Perché cambiare, in meglio, si può.
La proposta di legge per superare il sistema produttivo degli allevamenti intensivi attende ora una data per essere discussa.
Peter Singer è uno dei filosofi viventi più influenti al mondo. Il suo interesse per gli animali l’ha portato a fare riflessioni sul rapporto uomo-animale e a ricordarci quanto il loro dolore sia uguale al nostro.
Alle ultime elezioni europee i cittadini dell’Ue hanno votato anche per gli animali. La Commissione però non ha ancora preso una posizione sugli allevamenti in gabbia.
Il trasporto di animali vivi è ancora oggi una pratica ordinaria nell’industria della carne. Le condizioni però degli animali a bordo dei mezzi di trasporto non sono tutelate, soprattutto per quelli esportati all’estero.
L’acquacoltura si presenta come soluzione sostenibile per la sicurezza alimentare, ma in realtà gli allevamenti intensivi di pesce impattano in modo negativo sull’ambiente e sulle comunità.
L’uso dei sottoprodotti dell’agricoltura nei mangimi animali può permettere un risparmio ecologico e una via diversa per l’ecosostenibilità ambientale.
Il documentario sul legame tra industria della carne, lobby e politica è visionabile nelle sale che scelgono di proiettarlo. Il 5 maggio arriva su Rai 3.
Nello stato di Washington, e non solo, è stata votata favorevolmente la legge che vieta l’allevamento intensivo di polpi.
I polli broiler sono una tipologia di pollame allevato esclusivamente per la produzione di carne. Nonostante le indagini, l’Ue non ha ancora fermato gli allevamenti.
La produzione di soia è tra le cause principali di deforestazione nei paesi tropicali e la maggior parte è destinata agli allevamenti intensivi.