
Lo ha fatto sapere la Provincia di Trento che ha agggiuno che “da un primo esame esterno della carcassa dell’orsa F36 non è stato possibile avanzare ipotesi sulla causa della morte”.
Dopo l’inspiegabile moria che nel 2015 aveva ucciso metà dell’intera popolazione c’è ancora speranza per la saiga. Il numero di esemplari è in crescita.
Nel 2015 in poco più di due settimane, dalla metà di maggio agli inizi di giugno, una misteriosa epidemia decimò le popolazioni di saiga (Saiga tatarica) del Kazakistan. Morirono oltre 200mila esemplari di questa rara specie di antilope, dimezzando la già minacciata popolazione dell’Asia centrale.
Le cause dell’epidemia, che sotto forma di diarrea acuta e crisi respiratorie ha ucciso le antilopi in poche ore, non sono ancora chiare, ma si è trattato, secondo gli scienziati, di una grave infezione batterica.
L’epidemia ha rappresentato un durissimo colpo per questa piccola e buffa antilope risalente all’Era glaciale, già classificata nel 2002 come specie a grave rischio di estinzione dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn). Prima del virus le principali minacce per le saighe erano bracconaggio (sia per la carne che per le corna dei maschi, usate nella medicina tradizionale asiatica) e perdita dell’habitat.
Nonostante le avversità e le minacce che negli ultimi decenni hanno ridotto la popolazione di saiga del 95 per cento, sembra che questi mammiferi delle steppe non abbiano alcuna intenzione di estinguersi. Una recente indagine, svolta dal 18 aprile al 3 Maggio 2016, ha rivelato che il numero di esemplari di tutte e tre le popolazioni di saiga presenti in Kazakistan sta crescendo.
“Il ripristino delle popolazioni di saiga in Kazakistan è un segno di speranza dopo la catastrofica moria di massa del 2015”, ha dichiarato Bradnee Chambers, segretario esecutivo della Convenzione sulle specie migratorie (Cms).
La ricerca, condotta dal ministero dell’Agricoltura della Repubblica del Kazakhstan, in collaborazione con l’Associazione per la conservazione della biodiversità del Kazakistan (Acbk), ha rilevato la presenza di un totale di 108.300 saighe adulte. La popolazione del Kazakistan Occidentale conta attualmente circa 70.200 individui, contro i 51.700 censiti nel 2015, mentre la popolazione che popola la regione di Ustyurt ha circa 1.900 individui, contro i 1.200 nel 2015. Mentre della terza popolazione, quella del Betpak-Dala, fanno parte circa 36.200 esemplari. “Il numero di animali censiti è ampiamente al di sotto dei 242mila esemplari contati nel 2015 prima dell’epidemia – ha spiegato Albert Salemgareyev, biologo dell’Acbk – ma siamo comunque grati per questo incremento che ci fa sperare per la sopravvivenza della specie”.
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