Sembrerebbero di matrice dolosa gli incendi divampati nel parco naturale regionale Bosco e Paludi del Rauccio, a pochi chilometri da Lecce, in Puglia. A dirlo sono le guardie ecologiche che sono intervenute sul posto. Due roghi sono divampati uno dopo l’altro in distinte aree di canneto causando enormi danni alla vegetazione ma soprattutto alla fauna, colpita nel pieno ciclo riproduttivo. Cominciano, infatti, in questo periodo le prime nidificazioni e i primi accoppiamenti.
I vigili del fuoco e le guardie ecologiche hanno lavorato per ore nel tentativo di spegnere le fiamme ma le operazioni sono risultate più difficili del previsto a causa delle conformazione impervia del terreno. Oltre ad aver recato un grave danno alla vegetazione, gli incendi hanno causato la morte di decine di anfibi, soprattutto rospi, che sono stati trovati carbonizzati. “È un danno gravissimo – ha commentato il direttore del parco Antonio De Rinaldis –. Si tratta di un’area prettamente paludata abitata da esemplari anfibi che hanno una limitata capacità di spostamento. L’aggressione delle fiamme ha comportato la morìa di decine di questi animali, riverberandosi sul ciclo riproduttivo dell’habitat”.
Roghi in Parco naturale in Salento, muoiono decine di rospi. Per le guardie ecologiche si tratta di incendi dolosi #ANSAhttps://t.co/1Z8x9YnR0Q
È infatti in questo periodo che avvengono i primi accoppiamenti e le prime nidificazioni: i rospi, dopo aver trascorso i mesi invernali al riparo sotto il terreno nei boschi e nei campi, con le temperature più miti iniziano a spostarsi verso gli specchi d’acqua per deporre e fecondare le uova. Questi incendi ne hanno pregiudicato il ciclo riproduttivo e hanno fortemente compromesso la vegetazione di quella che è un’area naturale protetta.
La bioluminescenza è nata sott’acqua circa 540 milioni di anni fa. Gli octocoralli, antenati dei coralli molli, hanno evoluto per primi la capacità di produrre luce durante il periodo Cambriano. Ingegnoso strumento di comunicazione, predazione e difesa.
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