
In un rinnovato spazio espositivo appositamente allestito nell’aeroporto Schiphol di Amsterdam, una collezione di 10 capolavori fiamminghi del Rijksmuseum è gratuitamente visitabile, 24 ore su 24, dai passeggeri in transito.
Dal 27 febbraio Salgado a Genova con gli scatti che raccontano la sua Genesi: il Pianeta com’è adesso e come dev’essere preservato. Il bianco e nero che incanta.
Chi conosce l’opera di Sebastião Salgado forse ne ricorda soprattutto il bianco nero capace di comunicare tutto anche senza colore, ancor più sorprendente quando ciò che racconta è la natura, così ricca di sfumature. Accade in Genesi a Genova dal 27 febbraio.
Sono 200 gli scatti di Sebastião Salgado in mostra al Palazzo Ducale di Genova, Sottoporticato, frutto di un viaggio del fotografo brasiliano durato 8 anni, che lui stesso definì un tentativo di antropologia planetaria. Si chiama Genesi perché “…desidero ritornare alle origini del pianeta: all’aria, all’acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita; alle specie animali che hanno resistito all’addomesticamento e sono ancora “selvagge”; alle remote tribù dagli stili di vita “primitivi” e ancora incontaminati; agli esempi esistenti di forme primigenie di insediamenti e organizzazione umane…”, queste le parole dello stesso Salgado che ben descrivono il suo intento che diventa poi quasi un monito per l’uomo affinché, riconosciuta la bellezza assoluta del mondo naturale, la preservi.
Anni in viaggio e decine di luoghi diversi che vanno dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia. E scattando, cogliendo la luce e le ombre di animali, uomini e natura ciò di cui il fotografo si accorge è che, contrariamente a ciò che si crede, “…circa il 46% del mondo è ancora come il giorno della genesi, insieme possiamo continuare a fare in modo che questa bellezza non scompaia”. Una scoperta favolosa e sorprendente e un lavoro che da artistico assume anche un valore ambientale, sociale, antropologico.
Genesi racconta il mondo, la sua nascita, la trasformazione, com’era, com’è e come deve continuare a essere e Salgado dimostra di essere un grandissimo fotografo perché mosso da una sensibilità e un’attenzione uniche. Grazie a lui e alla moglie Lélia, nello stato di Minas Gerais in Brasile, è stato creato l’Instituto Terra che ha riconvertito alla foresta equatoriale – che era a rischio di sparizione – una larga area in cui sono stati piantati centinaia di migliaia di nuovi alberi e in cui la vita della natura è tornata a fluire.
La mostra sarà aperta sino al 26 giugno da martedì a domenica e il biglietto costa 11 Euro.
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