La fuga in Spagna di Edmundo González Urrutia, rivale politico di Maduro alle ultime elezioni, ha esteso oltreconfine una crisi politica di lunga data, aggravatasi con le elezioni di metà luglio.
Sanders a Clinton: “Sei al soldo dei petrolieri”. Lei smentisce. Ecco la verità
Botta e risposta tra i due candidati democratici. Bernie Sanders ha accusato la rivale Hillary Clinton di essere finanziata dalla lobby degli idrocarburi.
Siamo a Purchase, cittadina americana a pochi chilometri da New York. Hillary Clinton scende dal palco dopo l’ennesimo comizio elettorale per le primarie. Una giovane attivista di Greenpeace la ferma e davanti alle telecamere le chiede: “Grazie di aver parlato dei cambiamenti climatici. Conta di tradurre le sue parole in fatti, rifiutando in futuro i finanziamenti dell’industria delle energie fossili per la sua campagna?”.
La candidata democratica, normalmente pacata e particolarmente attenta al “codice” della vita pubblica statunitense, appare visibilmente alterata: “Ora basta, sono stufa. Stufa del fatto che la campagna di Sanders menta riguardo alla mia persona. Sono stufa!”.
Quei 330mila euro arrivati dalla lobby
È stato infatti l’entourage dell’altro candidato democratico Bernie Sanders a puntare il dito contro l’ex segretaria di stato, accusandola di essere al soldo dei petrolieri. E mentre l’attivista di Greenpeace ha dichiarato di non avere nulla a che fare con la campagna di Sanders, la Clinton ha parlato di notizie grossolane e infondate.
A fungere da “giudici” sono stati due quotidiani americani, il Washington Post e il New York Times, che dopo aver analizzato le accuse mosse da Sanders sono giunti alla seguente conclusione: sì, è vero, Hillary Clinton ha ricevuto denaro da donatori privati legati alle energie fossili. Ma si tratta solamente di 330mila dollari, pari allo 0,2 per cento del totale incassato per la campagna. E anche Sanders risulta averne presi 54mila. Il candidato democratico ha però rilanciato, sottolineando che le lobby del gas e del petrolio finanziano anche i comitati “Super-Pac” che sostengono a loro volta la moglie dell’ex presidente degli Stati Uniti.
Il 19 aprile si vota nello Stato di New York
“Al di là del dibattito sull’influenza dell’industria degli idrocarburi – ha commentato l’agenzia di stampa Afp – questo episodio illustra soprattutto la frustrazione crescente di Hillary Clinton. Largamente avanti in termini di delegati, la candidata vorrebbe infatti unificare il campo democratico per focalizzare i suoi attacchi contro Donald Trump”.
Sanders, invece, non cessa di puntarle il dito contro: la sua avversaria è a suo avviso troppo vicina a Wall Street, ha cambiato opinione sull’accordo di libero scambio transatlantico (il Ttip), ha votato a favore della guerra in Iraq. Il 19 aprile si attende il risultato delle primarie nello Stato di New York: una battaglia che potrebbe risultare davvero decisiva. Clinton appare in testa nei sondaggi (54 contro 42 per cento), ma Sanders è dato in rimonta. E la scorsa settimana ha riunito 18mila persone nel difficile quartiere del Bronx, accorse per ascoltare la sua proposta di “socialismo democratico”.
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