
Tom Vilsack è stato scelto da Joe Biden come segretario all’Agricoltura, ma si teme possa favorire le multinazionali a scapito dei piccoli agricoltori.
Classe 1985, Sanna Marin è la prima ministra più giovane al mondo. Guiderà il governo della Finlandia, retto da una coalizione tutta al femminile.
A seguito delle dimissioni di Antti Rinne, la Finlandia ha una nuova prima ministra. Si chiama Sanna Marin, è nata il 16 novembre 1985 ed è quindi la premier in carica più giovane al mondo. Dopo di lei, riporta la Bbc, l’ucraino Oleksiy Honcharuk di 35 anni e la neozelandese Jacinda Ardern, 39 anni.
Dopo la laurea in Scienze amministrative, Sanna Marin ha iniziato molto presto la sua carriera politica nel Partito Socialdemocratico, di centrosinistra, arrivando a presiedere il consiglio comunale di Tampere a soli 27 anni e venendo eletta in Parlamento nel 2015.
Alle elezioni di aprile 2019 nessun partito ha ottenuto più del 20 per cento delle preferenze e si è andato quindi a definire un governo di coalizione, in cui a Marin è stato assegnato il ruolo di ministra dei Trasporti. Il primo ministro Antti Rinne, in carica da giugno 2019, si è però dimesso la scorsa settimana perché il partito di Centro ha ritirato il proprio supporto al governo. La causa della rottura è stata la gestione di uno sciopero, ritenuta inadeguata. Spetterà quindi a Senna Marin prendere il suo posto.
“Non ho mai pensato alla mia età o al mio genere. Penso alle ragioni per cui sono entrata in politica e agli argomenti sui quali abbiamo conquistato la fiducia dell’elettorato”. Queste le parole della premier, riportate dal Guardian. Colpisce, ad ogni modo, il fatto che tutti e cinque i partiti della coalizione siano guidati da donne: oltre al Partito Socialdemocratico c’è il Partito di Centro con Katri Kulmuni, 32 anni; l’Alleanza di sinistra con Li Anderson, 32 anni; la Lega Verde con Maria Ohisalo, 34 anni; e infine il Partito Popolare Svedese di Finlandia con Anna-Maja Henriksson, 55 anni.
Finland’s government is now led by these five party leaders. #newgeneration pic.twitter.com/vis0qB9tO8
— Tuomas Niskakangas (@TNiskakangas) December 8, 2019
La storia di Sanna Marin ha attirato una vasta attenzione internazionale non solo per la sua giovane età, ma anche perché la comunità lgbt la ritiene un simbolo. La neo-premier infatti è stata cresciuta dalla madre e dalla sua compagna nella cittadina di Pirkkala, a poca distanza da Tampere. “Era un argomento di cui non si poteva discutere. Solo ora, nel ventunesimo secolo, il dibattito sulle famiglie arcobaleno ha iniziato a essere abbastanza aperto”, ha raccontato in un’intervista del 2015 al magazine Menaiset. “Non siamo stati riconosciuti come una vera famiglia alla pari con le altre. Ma non ero vittima di bullismo. Anche da piccola, ero molto schietta e testarda”. Non le è mai mancato il supporto da parte della madre: “Mi ha sempre detto che nella vita avrei potuto fare tutto ciò che volevo”.
Tom Vilsack è stato scelto da Joe Biden come segretario all’Agricoltura, ma si teme possa favorire le multinazionali a scapito dei piccoli agricoltori.
Sono partiti dall’Honduras per raggiungere gli Stati Uniti. Superato il confine del Guatemala però hanno subito le violenze dell’esercito locale.
Una serie di decreti già preparati dall’amministrazione di Joe Biden consentirà agli Stati Uniti di voltare pagina rispetto al quadriennio di Donald Trump.
Il 15 gennaio 2021 i decessi a causa del coronavirus hanno superato i 2 milioni in tutto il mondo. Una cifra “che spezza il cuore” secondo le Nazioni Unite.
Dopo una serie di rinvii e ricorsi respinti, la Corte suprema degli Stati Uniti ha dato il via all’esecuzione di Lisa Montgomery.
Yacouba Sawadogo lotta da 40 anni contro la desertificazione in Burkina Faso. A fine dicembre un incendio ha distrutto parte della sua foresta.
Le Forze di azione speciale (Faes) del presidente Maduro hanno fatto una carneficina nella periferia di Caracas, in quella che è una spirale di violenza senza fine.
Il 14 gennaio l’Uganda va alle urne. Museveni, al potere dal 1986, sfida l’ex cantante Wine, mentre il paese è sconvolto da violenze e censura.
Dopo le decisioni di numerosi social network di bloccare gli account del presidente americano Donald Trump, ci si interroga sul potere di tali piattaforme.