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Milioni di animali ogni anno sono utilizzati nella ricerca e nella sperimentazione. L’iniziativa europea Save cruelty-free cosmetics chiede di porre fine a questa disumanità.
Da quasi venti anni l’Unione europea porta avanti il suo impegno cruelty-free, ottenuto grazie alle richieste di consumatori, organizzazioni animaliste e aziende del beauty. Nel 2004 ha vietato i test sugli animali per i prodotti di bellezza, nel 2009 quelli per gli ingredienti dei cosmetici e, infine, nel 2013 la vendita di prodotti di cosmetica testati sugli animali. L’approccio dell’Ue è così diventato il modello da seguire, l’esempio per l’ottenimento di un cambiamento normativo nei Paesi di tutto il mondo. Un approccio che però ora è minacciato, esponendo innumerevoli animali al rischio di subire indicibili torture in nome della bellezza e della vanità umana.
L’Agenzia europea delle Sostanze chimiche (Echa) ha infatti iniziato a richiedere nuovi test che sono in contrasto con i divieti in vigore e ostacolano l’ulteriore progresso per il quale il Parlamento europeo si sta coraggiosamente spendendo dal 2018: un divieto globale di tutti i test cosmetici sugli animali entro il 2023. Alcuni di questi test prevedono l’impiego di 1.300-2.600 animali per ciascuna sostanza chimica e una somministrazione forzata di tale sostanza (o altro tipo di esposizione ad essa) a roditori, pesci o altri animali, con dosi non realistiche, per periodi che vanno da una settimana a due anni, senza l’utilizzo di alcun antidolorifico.
Oltretutto, questi test sono fatti per sostanze e ingredienti che vengono usati dai consumatori e manipolati dai produttori in modo sicuro da moltissimi anni. Non sono quindi solamente crudeli, ma anche inutili di fronte a metodi alternativi già in uso da decenni che permettono di ottenere i dati sulla sicurezza richiesti, risultando altresì molto più rilevanti per l’essere umano. Ogni anno, più di dieci milioni di animali vengono utilizzati nei laboratori di tutta Europa nei campi della ricerca e della sperimentazione per procedure che causano loro atroci sofferenze. Tra queste, anche i test degli ingredienti cosmetici richiesti dell’Echa, in chiaro contrasto con la legislazione europea e contestati da cittadini e cittadine, associazioni e aziende produttrici.
Lanciata da Peta, Cruelty free Europe, Humane society international/Europe, Eurogroup for animals, European coalition to end animal experiments e sostenuta da Dove, The body shop, Lush, Herbal essences e Aussie, l’Iniziativa dei cittadini europei “Save cruelty-free cosmetics” si è da poco conclusa raccogliendo 1.414.383 firme per chiedere alla Commissione europea di porre fine all’uso disumano degli animali nei test cosmetici e chimici e di attuare un piano ambizioso per porre fine a tutti gli esperimenti sugli animali.
Introdotta dal trattato di Lisbona nel 2007 per facilitare la partecipazione dei cittadini dell’Ue all’elaborazione delle politiche europee, l’Iniziativa dei cittadini europei (Ice) è un meccanismo di democrazia partecipativa, consolidato e rispettato, al quale la Commissione europea è tenuta a rispondere entro sei mesi se le firme raccolte e validate superano quota un milione. Un primo traguardo sperato ma non inaspettato. Secondo i sondaggi più recenti, infatti, i cittadini dell’Unione europea sono favorevoli alla fine della sperimentazione animale: tre quarti pensa che l’Ue debba investire maggiormente nello sviluppo di metodi alternativi e quasi tre quarti concordano sul fatto che l’Ue debba fissare obiettivi vincolanti e scadenze per eliminare gradualmente i test sugli animali.
È pertanto necessario aprire agli occhi alle istituzioni dell’Unione europea sul fatto che le minacce all’impegno cruelty-free dell’Ue non sono e non saranno tollerate. La popolazione europea ha reso chiaro qual è il compito della Commissione: cambiare in maniera inequivocabile rotta sulla sperimentazione e nella ricerca. Basti pensare che il numero di animali impiegati nei laboratori – i dieci milioni riportati poc’anzi – è rimasto relativamente invariato negli ultimi dieci anni, rendendo evidente che la mancanza di progresso richiede un piano d’azione generale che comprenda l’uso degli animali nella ricerca scientifica e nei test tossicologici.
La Commissione deve quindi presentare proposte legislative concrete per eliminare gradualmente gli esperimenti sugli animali e la sofferenza che provocano. Una sofferenza di cui si è fatto portavoce anche Ralph, il coniglio animato del pluripremiato cortometraggio “Save Ralph” realizzato da Humane society international per accendere i riflettori sulla condizione di tutti gli animali nei laboratori tossicologici. Sebbene Ralph sia un personaggio di animazione, la crudeltà che attualmente affligge le “cavie da laboratorio” come lui in tutta Europa, come risultato di procedure di test chimici e cosmetici, è reale a tal punto da aver avuto un impatto virale su moltissime persone che commosse hanno firmato l’Iniziativa dei cittadini europei.
Gli organizzatori dell’iniziativa hanno ora tre mesi per presentare le firme alle autorità competenti degli Stati membri per la convalida, prima di poterla sottoporre alla Commissione europea e al Parlamento europeo. Ad oggi, solo sei Iniziative dei cittadini europei su un totale di novanta registrate hanno superato con successo questo requisito; altre quattro sono attualmente in fase di convalida. Aver raccolto 1.413.383 firme è un forte segnale che anche “Save cruelty-free cosmetics” possa avere esito positivo.
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