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I medici delle isole Shetland sono ora autorizzati a rilasciare “prescrizioni di natura” ai propri pazienti per curare malattie croniche e debilitanti.
Già Ippocrate, ritenuto il padre della scienza medica, attribuiva un forte potere curativo alla natura, in grado di infondere benessere al nostro organismo. Con il progressivo accumularsi di prove, anche la scienza ufficiale sta ormai accettando il taumaturgico potere curativo della natura, è stato dimostrato, ad esempio, che passeggiare in prossimità di aree verdi ha un effetto rigenerante sul cervello e aumenta i livelli di attenzione, mentre secondo uno studio del 2017 le persone che vivono vicino ad alberi e aree verdi avrebbero meno probabilità di essere obese, inattive, o dipendenti da antidepressivi. In Giappone invece lo Shinrin-yoku, letteralmente “trarre giovamento dall’atmosfera della foresta”, è ritenuto uno dei pilastri della medicina preventiva. In questa direzione ha deciso di andare il sistema sanitario scozzese, i medici delle isole Shetland, a partire dallo scorso 19 ottobre, sono infatti autorizzati a rilasciare le cosiddette “Nature prescription” ai propri pazienti.
I medici che lavorano nelle dieci cliniche pubbliche dell’arcipelago scozzese che hanno aderito a questo progetto sperimentale, possono dunque prescrivere attività naturalistiche come birdwatching, escursioni e passeggiate in spiaggia per aiutare a curare malattie croniche e debilitanti, come ansia, stress, depressione, diabete e ipertensione. Il programma, gestito dal National health service del Regno Unito e dalla Royal society of the protection of birds (Rspb), ente che si dedica alla conservazione della natura, mira a potenziare e non a sostituire le terapie tradizionali.
I pazienti riceveranno un programma redatto dalla Royal Society, che sarà disponibile negli ambulatori, che consiglia particolari specie di uccelli e piante da osservare e percorsi da intraprendere nei diversi periodi dell’anno. Dalle morbide brughiere alle scogliere a picco sull’oceano Atlantico, dall’osservazione dell’avifauna alla raccolta di conchiglie. L’incontaminato arcipelago scozzese, situato tra le Isole Orcadi e le Isole Fær Øer, è il luogo perfetto per rigenerarsi ed è ritenuto un paradiso per gli amanti dl birdwatching, che qui possono osservare una sorprendente varietà di specie, tra cui pulcinelle di mare, urie, berte minori, beccacce e pavoncelle.
Durante la stagione invernale il farmaco più efficace, secondo i medici scozzesi, sarebbe il forte vento atlantico. I medici consiglierebbero ai pazienti di esporsi al vento, restando immobili e in silenzio per alcuni minuti, ascoltando i rumori dell’ambiente circostante. “I benefici fisici e mentali derivanti dal contatto con la natura sono evidenziati da numerosi studi – ha dichiarato al Guardian Makena Lohr del Centre for sustainable healthcare – è ora che il settore sanitario ne prenda atto”. In fondo il naturalista John Muir, in tempi non sospetti, scriveva, “migliaia di persone stanche, coi nervi a pezzi e super civilizzate cominciano a credere che andare sulle montagne è andare a casa, che lo stato selvaggio è una necessità, che i parchi e le aree protette di montagna sono utili, non solo perché sorgenti di boschi e di fiumi ricchi di acqua ma perché sorgenti di vita”.
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