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La giovane artista iraniana Sepideh Sarlak inaugura la sua prima personale a Milano riempiendo, con i suoi grandi quadri, lo splendido Spazio CB32. Enormi tele che svelano, con forme venose e ramificazioni naturali, il sistema cardiocircolatorio delle nostre emozioni. Anche quelle d’amore. Ma anche quelle dolorose.
Gli spazi di un grande studio fotografico accolgono grandi quadri, grandi cuori, grandi tele solcate da fiumi anatomici. Sepideh Sarlak, artista iraniana, inaugura la sua personale a Milano con performance di musica mistica orientale lenta, emozionante e a tratti lamentosa: in perfetta assonanza con le atmosfere evocate dalle sue opere, in mostra allo Spazio CB32 fino a fine novembre.
Il cuore ricorre da anni in tutte le esposizioni di Sepideh Sarlak. Assume forme diverse e si nasconde perfino in molte tele, ma irradia sempre la sua energia sommersa verso reticolati di vene e raggi per irrorare lo spazio circostante. La sua arte è toccante perché fisiologica, anatomica, naturale. Un vissuto potente solca le superfici trattate matericamente, perfino tagliate e ricucite come in un’operazione chirurgica o come in una tessitura persiana, a rievocare cicatrici o telai artigianali della sua patria nello stesso tempo.
Le opere esposte – quasi tutte già vendute la sera stessa dell’inaugurazione, il 19 ottobre, ma il catalogo si trova online – richiamano tutte questo stilema. Nobili e antichi colori a olio si sedimentano su ritagli fotografici per ricomporre un messaggio affascinante. Non c’è vita chiassosa e sgargiante, in questi disegni, ma emozione pulsante e sotterranea. Alcune campiture fanno pensare alla putrefazione, da cui però nasce sempre vita. Alcune trame s’intersecano come radici, per trarre però infiorescenze diafane, non rigogliose, non prepotenti, non primaverili.
Forse è il segreto messaggio della vita come la legge Sepideh Sarlak: non sbocciare fragorosamente ma sopravvivere con tonalità venose, reagendo al dolore con resilienza, con resistenza. Come fa un cuore, nascosto nel nostro corpo, alternando colpi rossi e lividi, imperterrito, forte ma silenzioso.
Le parole chiave che l’artista ha usato, negli anni, per descrivere la sua arte, sono “avere un infinito dentro il nostro corpo finito”, “l’arte come cura dell’anima”, “l’occhio e la luce”, parole spesso interdipendenti nelle antiche poesie persiane, presenti nella sua pittura che a volte ha provato a penetrare la Persia, la spiritualità, la saggezza, la magia.
I dipinti sono spesso molto grandi, d’impatto emozionale consistente. Mescolano materiali della sua storia personale a quelli della tradizione persiana, stoffe e tessuti la cui morbidezza avvicina alla sensibilità carezzevole dell’anima, con al centro il simbolo del cuore che, nei paesaggi interiori, vuole comunque rappresentare una fonte di vita.
La mostra si compone di una trentina di opere, grandi quadri e più piccole ma interessanti creazioni: una serie di autoritratti su tela e un’interessante esplorazione tessile delle trame arteriose di un cuore, scultura esaltata e vivificata dalla luce calda che l’attraversa.
“Sepideh Sarlak con le sue opere riscatta il cuore dallo sbandieramento romantico odierno e passato – scrive il curatore della mostra, Diego Nicolosi – per concederlo altrove, con la sua anatomia e la sua aritmia originaria, la sua astrazione e il suo irreligioso silenzio. Cuore tributario dell’ascolto. Cuore per pulsione. Le istanze del cuore: il battito e il respiro, la voce e il riposo, il cervello e l’artificio. K’erd, kardia, come anche herz (e heart) rintracciano questa corda in tensione”.
L’artista di origine iraniana Sepideh Sarlak prende il diploma in grafica presso il liceo artistico Honarhaie Tajasomi di Tehran, in Iran, poi viene in Italia per studiare arte, conseguendo con lode la laurea in pittura presso l’Accademia di belle arti di Firenze. Partecipa al workshop in disegno e pittura della Summer Arts presso l’università di Fresno State (California). Nel corso delle successive specializzazioni all’Accademia di Belle Arti di Brera e alla Saint-Lucas Academy di Gent, Sepideh Sarlak ha modo di esporre i suoi lavori, tra gli altri, presso Pitti immagine, “Gat – giovani artisti di talento” all’interno della mostra su arte contemporanea Artur-OilMust, “Start Point”: la prima Biennale dei giovani artisti di Firenze, “All’inizio non era un isola” presso lo spazio espositivo “Assab One Cantiere” a Milano, e poi una bella sequenza di personali, “Architetture interiori” a Firenze, “Paesaggi interiori” a Roma alla Galleria Otto, “Il sole nel cuore” alla Galleria Immaginaria di Firenze, “Immensity” a Tehran alla galleria Haftsamar, e ora “Le istanze del cuore” qui allo Spazio CB 32, fino al 19 novembre 2017 solo su appuntamento.
Sepideh Sarlak, ‘Le istanze del cuore’ è una mostra a cura di Diego Nicolosi. Dal 20 ottobre al 19 novembre 2017 solo su appuntamento. Spazio CB32, via Cesare Balbo 32, Milano (M3 Porta Romana)
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