Il premier britannico Boris Johnson vuole spedire i richiedenti asilo in Ruanda
Il governo britannico ha stretto un accordo economico con il Ruanda per poter trasferire lì i richiedenti asilo che attraversano la Manica.
Tra deportazioni e campagne d’odio, in India cresce la repressione contro i rohingya
Una donna rohingya, Hasina Begum, è stata deportata dall’India al Myanmar. E lo stesso rischiano centinaia di altri rifugiati della minoranza musulmana.
L’Indonesia ha approvato una storica legge contro la violenza sessuale
Per la prima volta l’Indonesia approva una legge sulle violenze sessuali. Dopo dieci anni di attesa, ora sarà più facile ottenere giustizia per le vittime.
Brasile. Bolsonaro ha speso milioni di dollari in Viagra e protesi al pene per i militari
L’opposizione del Brasile ha chiesto al pubblico ministero di indagare su una serie di acquisti bizzarri effettuati dal governo di Jair Bolsonaro.
Francia, Macron e Le Pen al ballottaggio. I programmi su clima, diritti e guerra
I risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia e il confronto dei programmi di Emmanuel Macron e Marine Le Pen.
Gli ospedali dello Sri Lanka sono rimasti a corto di medicine
Lo Sri Lanka è nel bel mezzo della più grave crisi della sua storia. Gli ospedali sono costretti a rinviare gli interventi perché mancano le medicine.
La Russia sospesa dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite
Le Nazioni Unite hanno sospeso la Russia dal Consiglio per i diritti umani. È la prima volta nella storia che un paese viene escluso.
Pagamenti in rubli alla Russia, l’Ungheria rompe l’unità europea
L’Ungheria di Viktor Orban ha affermato di essere pronta a pagare il gas russo in rubli. E vuole organizzare negoziati di pace a Budapest.
Tigray. Commessi pulizia etnica e crimini contro l’umanità durante la guerra
Un rapporto di Amnesty International e Human Rights Watch accusa le forze di sicurezza regionali di aver commesso atti brutali contro i civili nel Tigray.
Guerra in Ucraina. La storia di un insegnante russo finito in carcere russo per un post
9 giorni di carcere per un post sul popolare social network russo VKontakte. “Qui è difficile parlare di guerra”, la testimonianza di un insegnante russo.