Il 25 settembre i cittadini di Cuba hanno votato sì a matrimoni e adozioni omosessuali

Matrimonio egualitario e maternità surrogata sono alcuni temi del nuovo Codice della famiglia di Cuba, approvato dai cittadini attraverso un referendum.

  • Domenica 25 settembre 2022 i cittadini cubani hanno approvato, attraverso un referendum, il nuovo Codice della famiglia.
  • Il testo dà il via libera, tra le altre cose, al matrimonio egualitario e alle adozioni da parte di coppie gay.
  • La consultazione arriva nel bel mezzo di un periodo di grave crisi economica e sociale per Cuba.

Aggiornamento del 27 settembre 2022. D’ora in poi, a Cuba, le coppie omosessuali potranno sposarsi e adottare dei figli. Questa è una delle misure più importanti previste dal nuovo Codice della famiglia che i cittadini cubani hanno approvato attraverso un referendum, tenuto domenica 25 settembre 2022. Nonostante l’opposizione espressa dalla Chiesa cattolica, il 74 per cento degli aventi diritto si è presentato alle urne (6,2 milioni su un totale di 8,4) e il 66,8 per cento ha votato sì. Una maggioranza inequivocabile, ma non schiacciante come è successo in occasione di precedenti consultazioni referendarie. “Giustizia è stata fatta”, ha commentato con entusiasmo il presidente cubano Miguel Díaz-Canel. Negli ultimi anni, anche altri paesi dell’America latina hanno fatto simili passi avanti per i diritti civili: come la Costa Rica, dove nel 2020 si è celebrato il primo matrimonio gay, e l’Ecuador, dove a sancire questo diritto è stata la Corte costituzionale nel 2019.


Domenica 25 settembre 2022 si vota, ma non solo in Italia. Dall’altra parte del mondo, a Cuba, è questa la data del referendum sul nuovo Codice della famiglia. Matrimonio tra persone dello stesso sesso, maternità surrogata, adozioni da parte di coppie omosessuali, riconoscimento dei genitori non biologici: questi i temi chiave su cui si esprimeranno i cittadini cubani.

Cosa prevede il nuovo Codice della famiglia di Cuba

La legislazione in vigore, che risale al 1975, definisce il matrimonio come l’unione tra un uomo e una donna. Quando ha riformato la Costituzione nel 2018, il parlamento monocamerale cubano ha discusso su una revisione di questo principio. Il tentativo, però, si è infranto contro la ferrea opposizione dei gruppi clericali e conservatori.

Ora ci riprova con il nuovo Codice della famiglia. Oltre a dare il via libera al matrimonio egualitario e alle adozioni da parte di coppie gay, il testo attribuisce pari diritti ai genitori non biologici e permette il ricorso alla maternità surrogata, purché sia a titolo gratuito. In aggiunta, mette nero su bianco i diritti degli anziani e vieta l’adozione alle persone condannate per abuso sui minori.

Il passato di discriminazioni contro le persone gay a Cuba

Il nuovo Codice della famiglia, sostiene il presidente cubano Miguel Díaz-Canel, rappresenta “la speranza di migliaia di persone segnate da dolorose storie di esclusione e silenzio”. Dopo la rivoluzione cubana degli anni Cinquanta iniziò infatti un periodo molto cupo per le persone Lgbt+, marginalizzate e perseguitate fino a essere rinchiuse in campi di lavoro. Una “grande ingiustizia” di cui lo stesso Fidel Castro si sarebbe poi assunto tutte le colpe decenni più tardi, nel 2010.

Ora 8 milioni di cittadini dai 16 anni in su saranno chiamati alle urne per lasciarsi definitivamente alle spalle questo passato. Questo è solo il quarto referendum nazionale indetto a partire dal 1959, e il primo non di natura costituzionale. Se otterrà più del 50 per cento dei voti, la riforma entrerà in vigore il giorno successivo all’ufficializzazione dei risultati.

crisi economica a Cuba
Cuba sta vivendo una grave crisi economica © Nick Karvounis/Unsplash

Un referendum nel mezzo di una profonda crisi

Non è da escludere, però, che questa consultazione sui diritti civili si trasformi in un voto di protesta, visto che Cuba si trova nel bel mezzo della più grave crisi economica degli ultimi trent’anni. Una crisi che è il risultato di una tempesta perfetta: da un lato il tracollo del turismo, un tempo fiorente, dovuto alla pandemia da coronavirus; dall’altro lato le sanzioni imposte dagli Stati Uniti, con cui i rapporti sono tornati tesi con l’amministrazione guidata da Donald Trump e continuano a esserlo anche con Joe Biden. Tutto questo mentre il tasso d’inflazione è a due cifre e sono venute meno le importazioni di beni essenziali.

A pagarne il prezzo sono i cittadini, costretti da mesi al razionamento dell’elettricità e a sopportare code interminabili per procurarsi cibo e medicine. È dunque probabile che alcune fasce della popolazione considerino il referendum come una rara occasione per esprimere il proprio dissenso nei confronti dell’amministrazione in carica.

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