
Una rovere di quasi mille anni, cresciuta resistendo alle intemperie, è la testimone che servirà per capire come è cambiato e cambierà il clima nel bacino del Mediterraneo.
I santuari nazionali di Florida e Texas collaboreranno con le aree protette cubane Guanahacabibes e Banco de San Antonio per preservare gli ecosistemi marini.
I rapporti tra Stati Uniti e Cuba sono storicamente ostili, basti pensare all’embargo commerciale su Cuba imposto da Eisenhower nel 1960, o ai tentativi dei servizi segreti statunitensi di rovesciare il governo di Fidel Castro. Le relazioni diplomatiche, ulteriormente inasprite durante la presidenza di George W. Bush, hanno iniziato a distendersi con l’elezione di Barack Obama.
I buoni rapporti tra i due paesi potrebbero giovare all’ambiente a alla biodiversità marina. Le due nazioni hanno infatti raggiunto il loro primo accordo in materia di protezione ambientale, cooperando per salvaguardare gli ecosistemi marini.
L’accordo, firmato lo scorso mercoledì, prevede che i santuari marini statunitensi Florida Keys e Flower Garden Banks, collaboreranno con le aree protette cubane Guanahacabibes e Banco de San Antonio.
I quattro santuari ospitano una varietà di pesci e di coralli molto simile, i ricercatori sperano dunque che la partnership possa consentire di condividere sforzi gestionali e ricerche per preservare al meglio i fragili ecosistemi, minacciati dal turismo e dalla crescente esplorazione petrolifera.
L’ambiente marino cubano è caratterizzato da una ricca biodiversità, ospita infatti una grande varietà di pesci, squali e tartarughe marine, e può vantare una barriera corallina relativamente intatta.
“Ci rendiamo conto che condividiamo tutti lo stesso mare e dobbiamo far fronte alle stesse sfide per gestire e conservare le risorse per le generazioni future – ha dichiarato Kathryn Sullivan, amministratore dell’agenzia statunitense Amministrazione nazionale oceanica ed atmosferica (Nooa). – L’opportunità che la cooperazione internazionale offre nella conservazione marina ha un valore inestimabile e può garantire un oceano sano e produttivo per tutti”.
I ricercatori cubani e statunitensi studieranno le rispettive aree protette e condivideranno dati e informazioni per affrontare le minacce cui sono sottoposte. A trarne beneficio saranno pesci, tartarughe, uccelli e cetacei, creature che non concepiscono confini e rivalità nazionali.
Una rovere di quasi mille anni, cresciuta resistendo alle intemperie, è la testimone che servirà per capire come è cambiato e cambierà il clima nel bacino del Mediterraneo.
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