Le energie rinnovabili sono il futuro. E il presente. L’èra dei combustibili fossili è al tramonto, in Italia e nel resto del mondo.
Gli Stati Uniti scommettono sull’eolico offshore
Con la National Offshore Wind Strategy, gli Usa puntano ad installare 86 GW di eolico offshore entro il 2050. Con una riduzione delle emissioni dell’1,8 per cento.
Sono ancora ferme le pale delle turbine della centrale eolica al largo delle coste di Block Island, in Rhode Island. Ma a ottobre inizieranno a produrre i primi megawatt di energia eolica.
Quello di Block Island sarà solo il primo di una serie di progetti per sfruttare il vento in mare aperto, con l’obiettivo di installare 86 GW entro il 2050. Lo si apprende dall’ultimo documento National Offshore Wind Strategy: Facilitating the Development of the Offshore Wind Industry in the United States, reso noto dal segretario dell’energia Ernest Moniz e dal segretario dell’interno Sally Jewell.
“L’eolico offshore ha registrato enormi progressi durante l’amministrazione Obama. Il primo parco eolico offshore è ormai finito, e siamo passati da zero aree destinate all’eolico prima di questa amministrazione, alle undici attuali”, ha detto Moniz. “Il piano strategico di oggi è parte di un impegno a lungo termine per sostenere l’innovazione e consentire un’ampia diffusione dell’eolico offshore”.
Eolico offshore e green job
Con questo impulso, fa sapere il dipartimento per l’energia, sarà possibile creare 160 mila nuovi posti di lavoro, ridurre i consumi d’acqua del 5 per cento e tagliare le emissioni dell’1,8 per cento.
L’opinione del Mit
Anche dalle pagine del Mit Technology Review si plaude l’iniziativa. Primo perché quello di Block Island è solo in primo di una – si spera – lunga serie. Secondo perché il potenziale per la produzione eolica in mare aperto americana è enorme. Si parla infatti di 4.200 gigawatt.
Ma il giornale esprime anche dei dubbi. “Non è ben chiaro come l’eolico offshore dovrebbe competere con le altre forme di energia”, scrive il Mit Technology Review. “Quello di Block Island è costato 300 milioni di dollari”.
In questo senso si dovrà attendere la crescita di un mercato ancora nuovo per gli Stati Uniti. Cosa che non accade in Europa ad esempio, dove l’eolico offshore continua a crescere: nel 2015 si sono raggiunti i 10 gigawatt, ripartiti in 82 centrali eoliche.
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