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A 16 anni la studentessa sudafricana inventa un polimero super assorbente per ridurre la siccità e vince il primo premio alla Google Science Fair.
Bucce d’arancia e di avocado per realizzare un nuovo materiale super assorbente, a basso costo e di origine naturale. Kiara Nirghin, 16 anni, sudafricana ma di origini indiana, ha infatti inventato un polimero composto da polisaccaridi ricavati da scarti agroalimentari e capace di assorbire acqua per centinaia di volte il proprio peso.
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Per il Sud Africa il 2016 è stato un anno critico per la siccità. Una delle peggiori mai registrate e che ha messo in ginocchio molti piccoli produttori. Per questo Kiara ha studiato e messo a punto questo polimero in grado di aiutare gli agricoltori nel momento del bisogno.
Esistono già in commercio molti polimeri assorbenti (detti anche Sap). Ma come spiega la studentessa: “Questi non sono biodegradabili, sono costosi e pieni di acido acrilico, idrossido di sodio e altri prodotti chimici. Durante ulteriori ricerche sul tema, ho trovato che esistono alcuni di questi polimeri nella maggior parte degli agrumi”, ha raccontato Nirghin all’Hindu Times.
Drumroll please… Now announcing the 2016 Google Science Fair winners. ??? https://t.co/s9yimvSZju pic.twitter.com/wIyN1dsYFF
— Google Science Fair (@googlescifair) 28 settembre 2016
“Kiara ha trovato un materiale ideale che non intacca il bilancio in una semplice buccia d’arancia, e attraverso la sua ricerca, ha creato un modo per trasformarlo in sistema per stoccare l’acqua pronto all’uso”, ha detto Andrea Cohan, leader del programma di Google Science Fair, come riportato invece da Cnn.
La studentessa durante le sue ricerche ha infatti notato come la buccia d’arancia sia composta per il 64 per cento da polisaccaridi, oltre alla pectina come gelificante. Quindi un’ottima materia prima di partenza, biodegradabile e a basso costo.
Per 45 giorni e con tre esperimenti differenti sulle piante, Kiara ha confrontato la capacità di assorbimento dei materiali esistenti con il suo, con il risultato che il polimero a bucce d’arancia aveva una capacità di assorbimento del 76,1 per cento. “Significativamente maggiore del polimero acrilico, dell’amido e della pectina”, scrive nella sua presentazione.
La miscela proveniente dagli scarti del settore di produzione dei succhi di frutta risulta funzionare meglio ed avere un costo estremamente minore: se al dettaglio i polimeri acrilici costano dai 2 ai 3 mila dollari la tonnellata, il nuovo polimero va dai 30 ai 60 dollari la tonnellata. Un’enormità, che renderà accessibile questa tecnologia anche ai piccoli contadini.
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