
Continua a calare la produzione di carbone in Europa
Gli unici stati produttori di carbone rimangono Polonia e Repubblica Ceca. L’intera produzione si è ridotta del 77% rispetto al 1990.
Gli unici stati produttori di carbone rimangono Polonia e Repubblica Ceca. L’intera produzione si è ridotta del 77% rispetto al 1990.
Nel cuore dell’Europa sono attive decine di centrali a carbone che hanno un costo esorbitante per la salute dell’uomo e del clima. Scopriamo il loro destino
Nel mondo le centrali a carbone funzionano a mezzo servizio e ne vengono costruite sempre meno. Con una significativa eccezione: la Cina.
Un altro progetto di centrale cancellato, questa volta tocca al Senegal. Al suo posto arriva il gas, occasione mancata per lo sviluppo delle rinnovabili.
In un anno e mezzo la Cina ha aumentato di 43 GW la capacità delle centrali a carbone, quanto basta per dare energia a 31 milioni di case. Ed è solo un segnale di una tendenza molto più vasta.
Nonostante la promessa di abbandonare il carbone entro il 2038, il prossimo anno sarà messo in servizio il nuovo impianto Datteln 4. Ira degli ecologisti.
Il carbone è destinato al fallimento economico. In Europa rischia un buco di 6,6 miliardi di euro nel 2019. E in futuro gli affari andranno sempre peggio.
Ad aprile la generazione elettrica da rinnovabili ha sorpassato quella da carbone, grazie a congiunture favorevoli come la scarsa domanda e alta ventosità, ma è un trend destinato a essere confermato.
Per la prima volta si è calcolata quanta energia a livello globale servirà in un pianeta più caldo. La maggiore domanda verrà dalla climatizzazione degli ambienti.
Nonostante i tentativi di Donald Trump di rilanciare le fonti fossili, nel corso del suo mandato hanno chiuso i battenti 50 centrali a carbone.