
L’era del carbone è davvero finita?
Le centrali italiane si stanno spegnendo, ma il carbone continua ad alimentare alcuni paesi europei e i colossi asiatici. Un ritardo che peserà sui consumatori.
Le centrali italiane si stanno spegnendo, ma il carbone continua ad alimentare alcuni paesi europei e i colossi asiatici. Un ritardo che peserà sui consumatori.
Dopo l’Accordo di Parigi del 2015, più la maggior parte dei progetti per la costruzione di nuove centrali a carbone è stata abbandonata.
Una ricerca statunitense ha dimostrato che lo stile di vita standard di tre americani può causare una produzione di CO2 in grado di uccidere un individuo.
La centrale a carbone di Bełchatów, simbolo del cuore carbonifero d’Europa, potrebbe chiudere nel 2036. Una vittoria per il clima e i cittadini polacchi.
Kimiko Hirata ha bloccato 13 centrali a carbone in Giappone, ma non l’ha fatto da sola. La vincitrice del Goldman prize 2021 racconta il suo movimento.
Il presidente cinese Xi Jinping ha più volte promosso l’immagine di un Paese impegnato nella lotta contro la crisi climatica. Ma nel 2020 la Cina ha investito 474 milioni di dollari nel carbone.
Gli sforzi mondiali per la riduzione delle emissioni di CO2 rischiano di essere vanificati dagli investimenti sul carbone da parte di Cina e India.
Abbandonare il carbone: era la promessa del gigante finanziario BlackRock. Dopo un anno dall’annuncio, gli attivisti sono andati a verificare i numeri.
Gli unici stati produttori di carbone rimangono Polonia e Repubblica Ceca. L’intera produzione si è ridotta del 77% rispetto al 1990.
Nel cuore dell’Europa sono attive decine di centrali a carbone che hanno un costo esorbitante per la salute dell’uomo e del clima. Scopriamo il loro destino