
Si può vincere — senza Fukushima — la lotta contro il riscaldamento globale
Sì può votare sì contro i rischi anche senza Fukushima, senza un disastro in corso? Il 17 aprile serve un sì di cuore e di ragione.
Sì può votare sì contro i rischi anche senza Fukushima, senza un disastro in corso? Il 17 aprile serve un sì di cuore e di ragione.
L’allarme del presidente dell’Autorità francese per la Sicurezza Nucleare, a cinque anni dal disastro di Fukushima. Ecco le centrali transalpine a rischio.
Sono passati cinque anni dall’11 marzo del 2011, il giorno in cui in Giappone si è verificato il disastro naturale più grave degli ultimi dieci anni. L’incidente alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi è avvenuto in seguito a un maremoto di magnitudo 9.0, talmente forte che ha spostato permanentemente più di due metri a est
Secondo due Ong di medici e scienziati americani, le radiazioni di Fukushima causeranno decine di migliaia di malati di cancro in più rispetto al normale.
In mancanza di terreno da destinare a centrali fotovoltaiche, la giapponese Kyocera ha pensato di usare l’acqua. Il risultato è questo.
A 30 anni dall’incidente alla centrale la natura è tornata, più abbondante. A dimostrazione che le attività umane possono essere peggiori delle radiazioni.
Le radiazioni sono al di sotto dei limiti, come confermato dalle ricerche del professor Hayano e dagli studenti che vivono nel distretto di Fukushima.
Nella prefettura di Kyoto un ex campo da golf diventerà una centrale solare da 23 megawatt. La corsa al fotovoltaico del Giappone non si ferma.
E’ terminata ieri, in Giappone, la terza Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sulla riduzione del rischio di disastri naturali (WCDRR) alla presenza dell’Imperatore Akihito e del premier Shinzo Abe. Il premier giapponese Abe. Foto: © Getty Images L’incontro internazionale di quest’anno è stato particolarmente significativo: si è tenuto dal 14 al 18 marzo a Sendai,
Era l’11 marzo di quattro anni fa, quando un terremoto sottomarino di magnitudo 9 registrato a nordest della città di Sendai, capoluogo della prefettura di Miyagi, crea un’onda anomala, uno tsunami che devasta gran parte della costa nordorientale del Giappone. Ad oggi si tratta dell’evento sismico più forte che abbia mai colpito l’arcipelago del Pacifico.