
Pizzaut raddoppia: a Monza apre (con Mattarella) la pizzeria dove lavorano 25 ragazzi autistici
L’inaugurazione di Pizzaut, alla presenza del presidente della Repubblica, si è svolta nella Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo.
L’inaugurazione di Pizzaut, alla presenza del presidente della Repubblica, si è svolta nella Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo.
Per lo chef Carlo Cracco la sostenibilità in cucina è un dovere. Tant’è che ha scelto di proporre nel suo ristorante stellato prodotti coltivati da lui stesso.
La pizza gourmet è protagonista di quattro weekend all’insegna dell’alta cucina sostenibile organizzati dallo chef Carlo Cracco a Villa Terzaghi.
Dai dischi di pane cotti sulla pietra alle bettole di Napoli, dalla regina Margherita alla conquista di un mercato mondiale che supera i 60 miliardi di euro, fino al riconoscimento come patrimonio dell’umanità Unesco. L’affascinante storia della pizza, parabola di un piatto nato povero e sempre più ricco di storia, di ingredienti, di gusti e di gloria.
La pizza, patrimonio Unesco, è stata proclamata tale perché “rappresenta l’Italia in tutto il mondo”. L’arte della pizza eleva una tradizione culinaria a un’espressione culturale, e ci evita lo scippo da parte degli americani. Ma vale anche molto, economicamente.
Pizza patrimonio Unesco: un percorso di oltre sette anni, una petizione con oltre due milioni di firme, un successo per l’Italia. Così è stata consacrata l’arte dei pizzaiuoli napoletani.
Ideato da due fratelli palermitani, ha aperto nel quartiere Brera ed è un ristorante biologico certificato. Tutti gli ingredienti provengono da un’agricoltura naturale e nel menù ce n’è per tutti i gusti: carne, pesce, pizza, veg.
Uno studio ha analizzato milioni di tweet scoprendo che la gran parte di quelli che menzionano il cibo, trattano di junk food. Specialmente nei quartieri più poveri.
Capita di vedere la pizza inclusa nel novero del junk food, spulciando alcuni siti internet americani. Per un italiano questa cosa è incomprensibile. Chiariamo il perché.
Hanno ristrutturato una fabbrica, hanno tirato fuori il coraggio di far accedere il pubblico al Gruppo Abele di don Ciotti con gli ingredienti di Libera, il forno di Matteo Aloe, i prodotti bio Alce Nero. Il posto è luminoso, solare, profuma di pizza, ci sono murales, tavoloni di legno, ragazzi e ragazze, colori, spazio. Qui, è tutto buono.