Arabia Saudita, attaccati due siti petroliferi tra i più grandi al mondo
Due attacchi hanno colpito altrettanti siti petroliferi in Arabia Saudita. Gli Stati Uniti accusano l’Iran. Le Nazioni Unite: “Prudenza, si rischia escalation”.
Due attacchi hanno colpito altrettanti siti petroliferi in Arabia Saudita. Gli Stati Uniti accusano l’Iran. Le Nazioni Unite: “Prudenza, si rischia escalation”.
A quattro anni dall’inizio del conflitto, lo Yemen attraversa una crisi profonda che, dietro le parole e le rare immagini che ci giungono, ha un impatto sulla vita quotidiana di uomini, donne e bambini, privati di tutto.
Il tratto di mare tra Gibuti e lo Yemen è un andirivieni di disperati. In fuga da guerra e povertà. Almeno 52 i migranti morti nell’ultimo naufragio.
Ci sarebbero bambini soldato del Darfur in Yemen, a combattere contro ribelli houthi. A reclutarli sarebbe stato il governo di Riad, impegnato in un sanguinoso conflitto contro l’arcinemico regionale, la Repubblica islamica d’Iran.
Alcuni hanno condannato, altri sono rimasti in silenzio: la comunità internazionale ha fallito nell’imporre un embargo per la vendita di armi all’Arabia Saudita, mentre in Yemen le bombe made in Italy uccidono ogni giorno.
Il conflitto, iniziato nel marzo 2015, ha portato il paese alla catastrofe umanitaria. I bambini sono le prime vittime di una guerra che l’Occidente ha deciso di ignorare, continuando a vendere armi all’Arabia Saudita.
In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, l’ong Azione contro la fame traccia, numeri alla mano, le linee del legame bilaterale tra guerra e fame. Un circolo vizioso che deve essere rotto.
Il rapporto della Fao sulla sicurezza alimentare nel mondo spiega che nel 2017 si è registrato un nuovo aumento del numero di coloro che soffrono la fame.
Un raid aereo della coalizione internazionale a guida saudita ha colpito un gruppo di civili nel distretto di al-Duraihmi, nello Yemen, uccidendo 22 bambini e quattro donne.
Un rapporto di Amnesty International denuncia la presenza di prigioni segrete nel sud dello Yemen, parlando di “flagranti violazioni dei diritti umani”.