![Che cosa dobbiamo aspettarci da Kamala Harris?](https://cdn.lifegate.it/rdlQcVZp4xvTXnHHJLneo2K3xN0=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/gettyimages-2158016250-e1721641766863.jpg, https://cdn.lifegate.it/CXE13BcMzgHHDD5473r3VpyVTEc=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/07/gettyimages-2158016250-e1721641766863.jpg 2x)
Kamala Harris raccoglie le redini di Joe Biden per le elezioni Usa e ad agosto verrà votata la sua candidatura ufficiale. Chi è e quali sono le sue idee?
Ci sarebbero bambini soldato del Darfur in Yemen, a combattere contro ribelli houthi. A reclutarli sarebbe stato il governo di Riad, impegnato in un sanguinoso conflitto contro l’arcinemico regionale, la Repubblica islamica d’Iran.
L’accusa è pesantissima: l’Arabia Saudita avrebbe arruolato bambini soldato africani – provenienti dalla regione sudanese del Darfur, teatro di un altro conflitto dimenticato – per mandarli a combattere in Yemen. A formularla è il New York Times, citando fonti interne sudanesi secondo cui sono circa 14mila i militari del Sudan che hanno combattuto finora al fianco delle milizie fedeli ai sauditi. Quasi tutti sarebbero originari della regione occidentale del Darfur, epicentro di un conflitto contro il governo centrale di Khartoum che negli anni scorsi ha causato circa 300mila morti e oltre due milioni di sfollati.
Leggi anche: Quali sono i paesi che vendono armi all’Arabia Saudita
Dalle interviste condotte dal quotidiano statunitense è emerso che una fetta consistente di questi soldati – tra il 20 e il 40 per cento – sarebbe composta da minorenni tra 14 e 17 anni di età. A spingerli a combattere a migliaia di chilometri da casa e per un altro paese, sarebbe l’opportunità economica: circa 10mila dollari a testa. Una fortuna per chi vive in una delle regioni più povere ed emarginate del Sudan, anche prima che il paese si trovasse a fare i conti con una crisi economica senza precedenti, l’inflazione al 70 per cento e proteste di piazza per il rincaro dei beni di prima necessità.
This story is a week old but deserves more attention: KSA has recruited thousands of child soldiers from #Sudan to fight on the front lines in #Yemen. This is a violation of international law, and it makes US military assistance to KSA illegal as well. https://t.co/MpVsFTLFn8
— Yemen Peace Project (@YemenPeaceNews) 4 gennaio 2019
Non si è fatta attendere la replica del governo saudita che, attraverso il portavoce della coalizione militare Turki al-Maliki, ha negato la presenza di qualsiasi minore tra le sue truppe e definito le accuse del New York Times “false e scorrette”. Le rivelazioni, corredate da immagini e testimonianze, mettono comunque in imbarazzo i vertici militari e la casa reale al Saud, già al centro dello scandalo per l’uccisione e lo smembramento del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, assassinato nel consolato saudita ad Istanbul lo scorso 2 ottobre.
Saudi Arabia opens Khashoggi murder trial – https://t.co/NhXxOIx8vy pic.twitter.com/zbdCg0fAlu
— KaciJeans (@KaciJeans) 3 gennaio 2019
Nella guerra per la supremazia sul Medio Oriente, lo scontro aperto tra Iran e Arabia Saudita ha valicato da tempo il confine regionale approdando sulle coste africane. Eritrea, Senegal, Gibuti, Somalia e soprattutto il Sudan – partner strategico di Teheran fino al 2014 – hanno improvvisamente cambiato fronte, dichiarando il proprio sostegno alla monarchia saudita e ricevendo in cambio ingenti finanziamenti. Fin qui si resta nel campo della realpolitik. Nel suo articolo, però, David D. Kirkpatrick riferisce le cifre confidategli da miliziani sudanesi e stima sui 480 dollari l’ingaggio di un 14enne senza esperienza, mentre uno con esperienza porterebbe a casa 530 dollari. A queste somme si aggiungerebbero tra i 185 e i 285 dollari per ogni mese di combattimenti in prima linea. Un tariffario della vergogna.
Come se non bastasse, la coalizione a guida saudita (che vede coinvolti Egitto, Sudan, Giordania, Marocco, Bahrain, Qatar e Emirati Arabi Uniti) sta faticando ad avere la meglio sugli avversari in un conflitto in corso da ormai 4 anni, e persino la recente consegna del porto di Hodeida da parte degli houthi è stata frutto di una mediazione delle Nazioni Unite. L’intervento, se da un lato ha permesso la ripresa di una parte dei territori – in particolare del governatorato di Aden, roccaforte del presidente Abd Rabbo Mansour Hadi – ha però fallito nell’obiettivo di ripristinare il controllo sulla capitale e sulla zona dei principali impianti petroliferi, ancora saldamente in mano ai ribelli sciiti.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Kamala Harris raccoglie le redini di Joe Biden per le elezioni Usa e ad agosto verrà votata la sua candidatura ufficiale. Chi è e quali sono le sue idee?
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato che rinuncia alla corsa presidenziale, e dà il suo pieno appoggio a Kamala Harris come candidata.
La pronuncia contro Israele non è vincolante ma avrà profondo impatto sull’opinione pubblica. Gli insediamenti toccheranno un nuovo record nel 2024.
L’Unrwa torna a essere finanziata da Londra dopo mesi. Mentre la Corte internazionale di giustizia ha ribadito l’illegalità dell’occupazione dei Territori palestinesi.
Il reporter del Wall Street Journal è accusato di spionaggio. Stava lavorando a un reportage nella regione di Sverdlovsk. È il primo giornalista statunitense arrestato in Russia dai tempi della Guerra fredda.
Migliaia di studenti in Bangladesh protestano contro una legge discriminatoria nelle assunzioni nella pubblica amministrazione. Il bilancio è di 39 morti.
Dopo la pandemia, in Brasile si è assistito a un preoccupante aumento delle varie forme di violenza contro le donne. Lo dimostrano i dati ufficiali.
Ursula von der Leyen è stata eletta presidente della Commissione europea per un secondo mandato, grazie anche al voto dei Verdi.
Sulle rinnovabili e la transizione energetica, la Cina è la dimostrazione che la volontà è tutto. Ed è più forte anche dei pregiudizi.