Cooperazione internazionale

Migranti, l’altro Mediterraneo di cui nessuno parla

Il tratto di mare tra Gibuti e lo Yemen è un andirivieni di disperati. In fuga da guerra e povertà. Almeno 52 i migranti morti nell’ultimo naufragio.

Due imbarcazioni con a bordo non meno di 130 migranti sono naufragate al largo delle coste del Gibuti, in Africa. Ad annunciarlo è stata l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) nella giornata di martedì 29 gennaio.

“Dopo essere state allertate dalla popolazione locale, le autorità si sono recate sul luogo del disastro e hanno salvato due persone”, ha spiegato inizialmente l’agenzia delle Nazioni Unite.

52 i morti accertati nel naufragio di due barconi

Nelle ore successive, altri quattordici migranti sono stati ritrovati, ma le speranze di trovare le altre persone sono ormai ridotte al minimo. Le ricerche – secondo quanto riferito dall’agenzia Associated Press – hanno permesso finora di recuperare i corpi senza vita di 52 persone.

migranti etiopia gibuti
Migranti etiopi a Gibuti © Olivia Headon/Oim

Il naufragio è avvenuto dopo circa 30 minuti di navigazione, all’altezza della località di Godorya. Le imbarcazioni erano sovraccariche e il mare era particolarmente agitato in quel tratto. I migranti erano partiti con l’obiettivo di raggiungere le coste dello Yemen. E, da lì, spostarsi nelle economie floride della penisola araba, nella speranza di trovare un lavoro ed affrancarsi dalla povertà.

Come loro, migliaia di somali, etiopi, eritrei e cittadini del resto del Corno d’Africa tentano la traversata ogni anno nello stretto di Bab el-Mandeb. Incrociando i barconi di altri migranti, yemeniti, che fuggono invece dalla guerra. In un drammatico andirivieni di disperati: “Si tratta di una tratta migratoria marittima, attraverso il golfo di Aden, tra le più frequentate al mondo”, ha precisato l’Oim, i cui dati indicano che tali traversate sono anche particolarmente pericolose.

Una delle tratte migratorie marittime più frequentate al mondo

“Questo ennesimo, tragico evento mostra i rischi ai quali vanno incontro queste persone vulnerabili che sperano in una vita migliore”, ha affermato la rappresentante dell’Iom a Gibuti. Secondo la stessa agenzia sono almeno 199 i morti accertati nella tratta di mare dal 2014 ad oggi. Senza contare tutti quelli che, con ogni probabilità, non sono mai stati recensiti. Molti dei quali sono giovani: circa il 20 per cento di chi parte è infatti minorenne, e in molti casi si tratta di ragazzini non accompagnati.

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