Test nucleari, la Francia si dice “in debito” ma non si scusa con la Polinesia

Nonostante le richieste giunte da più parti, il presidente della Francia Emmanuel Macron in visita in Polinesia non si è scusato per i test nucleari.

Il governo della Francia ha riconosciuto di avere un “debito” nei confronti della Polinesia per i 30 anni di test nucleari condotti negli atolli del Pacifico, tra il 1966 e il 1996. Ma si è rifiutata di presentare delle scuse ufficiali agli abitanti. Nella sua visita nella Collettività d’Oltremare, il presidente Emmanuel Macron ha scelto la strada dell’equilibrismo politico, nonostante le numerose polemiche che hanno preceduto il viaggio.

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Un test nucleare effettuato dalla Francia a Mururoa negli anni Settanta © Galerie Bilderwelt/Getty Images

L’impatto dei test nucleari sulla popolazione della Polinesia

In molti avevano chiesto infatti al leader transalpino di domandare in modo inequivocabile perdono a popolazioni che da anni sono costrette a convivere con un ambiente reso insalubre dalle radiazioni legate ai test. Nello scorso mese di marzo, uno studio aveva spiegato inoltre che i calcoli ufficiali sull’esposizione degli abitanti della Polinesia erano sbagliati. A causa degli ampi margini di errore e di strane omissioni che avevano portato a sottostimare l’impatto.

In tal modo, migliaia di persone, tra cittadini e militari, sarebbero state escluse dai risarcimenti. Lo studio parla infatti di 110mila persone esposte alle radiazioni e 10mila ammalate proprio a causa delle esercitazioni francesi.

Macron apre solo parzialmente gli archivi

Anche sulla seconda grande questione legata alla vicenda dei test nucleari in molti sono rimasti delusi dalla scelta di Macron. Il presidente ha infatti affermato di essere favorevole all’apertura degli archivi, ma escludendo “le informazioni che possono nuocere alla nostra deterrenza”. Il che apre la porta ad una potenzialmente ampia “censura”.

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Il presidente della Francia Emmanuel Macron © Kay Nietfeld – Pool / Getty Images)

Nel corso della visita in Polinesia, inoltre, Macron ha mantenuto ferma la sua posizione sul nucleare, definendolo “un’opportunità” per la Francia. Una posizione alla quale ha reagito il senatore ecologista Ronan Dantec, secondo il quale tale fonte di energia rappresenta “un’aberrazione economica”, poiché “costa più dell’eolico offshore e del fotovoltaico”. Secondo il parlamentare, tuttavia, la questione nucleare “è un tabù in Francia”, poiché esiste “un’autentica lobby al vertice dello stato”. Il riferimento è in particolare all’ex primo ministro Edouard Philippe, che per tre anni è stato direttore degli Affari pubblici del colosso nucleare Orano (all’epoca Areva).

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