Il percorso artistico di Tommaso Paradiso parte dal 2016 nella nuova puntata del podcast Venticinque

Le origini, la nascita dei Thegiornalisti, Sanremo e il percorso solista. Il nuovo episodio del podcast Venticinque racconta di Tommaso Paradiso e del 2016.

Non è stato semplice arrivare per Tommaso Paradiso. Ma lui, con ostinatezza e amore per le canzoni, ha preso la sua strada. Ora, seduto sul divano di casa tra i suoi cani e poi al bancone del suo ristorante, la racconta al podcast di LifeGate Radio e Rockit, dal successo di “Completamente sold out” alla fine dei Thegiornalisti.

Le prime note sono quelle di un piano, che suonano i Beatles, anzi John Lennon, perché il vero eroe di sua madre – la persona che l’ha cresciuto assieme alla nonna – era lui. Poi sono arrivati gli Oasis e il Britpop, Lucio Dalla – “lo reputo infallibile, un totem, mi sono dovuto un po’ forzatamente distaccare dall’ascoltarlo se no cadevo nella scopiazzatura –, Battisti, De Gregori, la generazione romana dei Fabi e dei Silvestri. Poi, dopo un giro tortuoso e talvolta accidentato e una lunga gavetta, in cima è arrivato lui: Tommaso Paradiso. È il protagonista del nuovo episodio di “Venticinque”, l’ultimo della seconda stagione del podcast prodotto da LifeGate Radio e Rockit prima di una breve pausa, in attesa del rush finale che servirà a completare un mosaico di 25 anni di rivoluzione musicale.

Tommaso Paradiso
Tommaso Paradiso al Wired Next Fest 2017 © Sergione Infuso/Getty Images

Tommaso Paradiso parte da Roma

Per questa sedicesima puntata – scritta come sempre da Dario Falcini, Giacomo De Poli e Marco Rip –, siamo stati a casa sua, nel Nord di Roma, per affrontare una parabola artistica insolita, che oggi lo rende più fiero che mai.” Io non ho mai pensato che sarebbe arrivato il giorno in cui sarei potuto andare da mia mamma a dire ‘qualcuno mi sta pagando per la mia musica’. E invece è successo, ed è incredibile. Sono le canzoni a decidere la strada, non io né un produttore, o altri. Le canzoni”, ci dice, dopo essersi allontanato dal piano e messo comodo. Dalle mura del suo appartamento, l’audiodocumentario, che trovate su tutte le piattaforme di streaming, è potuto entrare come mai prima nella sua quotidianità, fatta di amore per la musica, grandi passioni come quelle per il calcio e il cinema e lavoro su se stesso. “Ho fatto un periodo in cui affrontavo i live in maniera non del tutto razionale: mi isolavo, avevo paura di guardare il pubblico negli occhi. Non ero molto presente. Erano concerti nelle balere, nei pub o nelle pizzerie: c’era pochissima gente e io non vedevo l’ora di finire. Con il tempo ho cominciato a godermi le cose, ora i concerti sono un grande abbraccio”.

Passano Pina e Ugo, i suoi cagnoni. “Occhio che sbava, dopo devi fare la doccia”. A questo punto riavvolgiamo il nastro, torniamo a una decina di anni fa, quando ha inizio la sua parabola, come quella di altri protagonisti della stagione decisiva che è al centro di Venticinque. Sono gli anni, attorno al 2010, in cui a Roma le nuove etichette sbucano in ogni quartiere, a San Lorenzo c’è sempre qualcosa da fare e al Circolo degli artisti passano i numeri uno. Sono per Tommaso gli anni dell’amore per i Kings of Leon, di Niccolò Contessa che sale sul palco e sconvolge tutti con la sua scrittura e il suo “prontuario del presente”, dei jeans skinny.

Il percorso con i Thegiornalisti

Raccontiamo la nascita e l’esplosione della sua band, i Thegiornalisti, con il suo suono sgangherato e la sua attenzione all’estetica. E poi il 2016, con il disco Completamente sold out che bissa, e amplia a dismisura, il successo di Fuori campo, imponendo nuovi tormentoni (“sempre sia lodata Riccione”), un nuovo frontman e canonizzando un genere, il cosiddetto itpop, che diede uno strattone molto forte alla nostra discografia sonnecchiosa e un po’ disperata. “Con la mia musica ho sempre voluto essere largo, arrivare a tanta gente”, dice Tommaso, che si prepara a portare fuori i cani per il giro serale. “Ogni disco ha la sua vita, e Completamente sold out arrivava dopo un album forte come Fuori campo. Sono le canzoni che ci hanno portato in quella direzione, con molte più chitarre, il synth, e poi la batteria di Matteo Cantaluppi, che è tipo uno standard nazionale, riconoscibile al primo ascolto”.

Tommaso Paradiso cover
Nel 2016 il successo del disco Completamente sold out © Giulia Cortinovis

Cantaluppi è, assieme a Nicola Cani, storico manager di Tommaso, uno degli ospiti di Venticinque, e ci racconta la sua su quel disco, di cui è stato il produttore, e la collaborazione con il musicista romano. Poi lungo i trenta minuti circa di episodio arriva anche la voce di Dardust, fenomenale artista che ha modellato come pochi il nuovo pop italiano e che con Paradiso ha firmato Riccione. La seconda parte dell’episodio, con cui si chiude la seconda stagione del podcast Venticinque, ha un nuovo set: Tomà, il ristorante che Tommaso Paradiso ha aperto in zona Prati nella capitale. Qui, davanti a un gin tonic, il cantante illumina anche i lati più in ombra: le critiche ricevute, Sanremo, la fine della band e il nuovo percorso solista. E la fine dell’hype. “La carriera è fatta di numerosi anni. L’importante è scrivere sempre grandi canzoni, che se non diventano numero uno ma numero ventitré va bene uguale. Però vedrai che il tuo pubblico le canterà sempre, quando farai i palazzetti, quando passerai a fare gli stadi o quando tornerai a fare i club. L’importante sono le canzoni”.

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