
Su Facebook sono circolati diversi post che incitavano alla violenza in Etiopia. Ora alcuni cittadini hanno denunciato la società Meta per la mancata moderazione.
Le circolari, approvate in Tunisia nel 1973, che impedivano alle donne di sposare uomini non musulmani sono state cancellate dall’ordinamento.
Per le donne che vivono in Tunisia si tratta di una nuova importante conquista, dopo l’approvazione della legge volta a combattere le violenze di genere e raggiungere la parità dei sessi. Le norme che finora impedivano loro di sposare persone di religione non musulmana sono state finalmente abolite, sancendo la libertà di scegliere il proprio marito anche tra coloro che non credono in Allah.
Numerose organizzazioni della società civile avevano lanciato una campagna nei mesi scorsi per chiedere l’abolizione delle circolari che sancivano il divieto. Una denuncia era stata anche depositata presso un tribunale. Le regole risalivano al 1973 e secondo quanto affermato in un comunicato dal Collettivo per le libertà individuali, che si batte per i diritti umani in Tunisia, “rappresentavano una disciplina discriminatoria, nonché contraria alla Costituzione ed in aperta violazione del diritto fondamentale, riconosciuto a tutti gli esseri umani, di poter scegliere il proprio partner”.
Nello scorso mese di agosto, il presidente tunisino Béji Caïd Essebsi aveva annunciato la richiesta al governo di ritirare la legge. Ora la battaglia dei militanti potrebbe spostarsi su altri fronti: a cominciare dalla regola che consente alle donne di ereditare la metà di quanto concesso agli uomini.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Su Facebook sono circolati diversi post che incitavano alla violenza in Etiopia. Ora alcuni cittadini hanno denunciato la società Meta per la mancata moderazione.
Ursula von der Leyen annuncia un pacchetto di investimenti di 12 miliardi di euro per rafforzare la cooperazione. E intanto le cinque repubbliche ex-sovietiche si smarcano dalla Turchia sulla spinosa questione cipriota.
Una compagnia canadese ha ottenuto i permessi per estrarre uranio nei pressi di un piccolo villaggio dell’Alaska. La comunità indigena locale degli Iñupiat non ci sta.
La Lettonia è il primo paese europei ad abbandonare la Convenzione di Ottawa contro le mine antiuomo. Altri quattro stati vogliono fare altrettanto.
Il segretario Onu Guterres ha denunciato la disastrosa situazione umanitaria a Gaza e intimato a Israele di rispettare il diritto internazionale.
L’attacco israeliano è avvenuto il 23 marzo ma è venuto allo scoperto solo nei giorni scorsi. Secondo fonti locali è stata un’esecuzione.
Il violento terremoto che ha colpito il Myanmar, uccidendo migliaia di persone, indebolisce ancor di più una popolazione già stremata.
Mai si erano verificati incendi così gravi in Corea del Sud. Bruciati oltre 35.800 ettari, mobilitato l’esercito. Migliaia di persone evacuate.
Centinaia di persone sono scese in strada per chiedere la fine della guerra israeliana su Gaza e fare pressione su Hamas.