
Un’invasione che sta mettendo a rischio l’ecosistema lagunare e le attività ittiche. Tra scarsi monitoraggi e l’invito al consumo umano, si sta perdendo di vista il vero problema: la perdita di biodiversità.
Le dighe sono state rimosse dai fiumi Cogilnik e Sarata, nell’ambito di un ampio progetto di rewilding.
Il delta del Danubio si estende su una superficie di quasi 600mila ettari ed è l’area umida più grande d’Europa. L’area ospita una straordinaria biodiversità, composta perlopiù da uccelli acquatici, come due specie di pellicani, e, soprattutto pesci: in nessun’altra zona europea ne vivono così tante specie. Anche preziosi mammiferi, come castori e sciacalli dorati, stanno tornando a colonizzare questi luoghi.
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Si tratta di una delle aree meno popolate del Vecchio continente e rappresenta pertanto un’opportunità unica per ripristinare alcuni dei suoi ecosistemi degradati a causa dell’impatto umano. Proprio questo è l’obiettivo di Rewilding Europe, organizzazione nata per restaurare gli ecosistemi europei. Nell’ambito dell’ampio progetto di rinaturalizzazione, l’organizzazione ha rimosso dieci vecchie dighe nell’area ucraina del delta del Danubio, per permettere alla natura di riprendersi i suoi spazi.
Rewilding rivers! The Ukrainian part of the @RewildingDD area has just become a little wilder, with 10 dams removed on the Kogilnik and Sarata Rivers. https://t.co/fG6cfKaJlp #DamRemovalEurope #rewilding #crowdfunding #wildernature
— Rewilding Europe (@RewildingEurope) 25 novembre 2019
Le dighe sorgevano sui fiumi Cogilnik e Sarata e la loro rimozione, oltre a favorire animali e piante, dovrebbe offrire vantaggi economici alle comunità locali. La rimozione delle dighe, che per decenni hanno irrimediabilmente alterato gli ecosistemi fluviali, dovrebbe rivitalizzare rapidamente i fiumi, ripristinare i processi naturali, sostenere il ritorno delle specie selvatiche e sostenere lo sviluppo delle economie locali basate sull’ambiente.
L’operazione è stata finanziata dall’organizzazione conservazionista Endangered landscapes programme e da una campagna di crowdfunding coordinata dal Wwf olandese. “È bello vedere di nuovo scorrere liberamente questi fiumi – ha commentato Mykhailo Nesterenko, direttore esecutivo di Rewilding Ucraina -. Per molti anni queste dighe obsolete hanno avuto un impatto negativo su popolazioni ittiche, altri animali selvatici e persone. Questo progetto di rimozione, che aiuterà significativamente i nostri sforzi di rigenerazione del delta, può fungere da modello”.
Le dighe, ha spiegato Rewilding Europe in un comunicato, “hanno un dannoso effetto ambientale interrompendo le vie migratorie dei pesci, bloccando il trasporto di sedimenti e frammentando gli habitat”. La rimozione delle dieci dighe determinerà la creazione di circa 20 chilometri di nuovo habitat lungo i due fiumi, che nascono in Moldavia e giungono nella laguna di Sasyk, nella parte ucraina del delta del Danubio. Ringrazia sentitamente una vasta gamma di animali selvatici che trarrà grandi benefici dal progetto, come lontre, rane, carpe e un’infinità di uccelli, sia stanziali che migratori.
“Questo progetto andrà a beneficio di una vasta gamma di animali selvatici, ma soprattutto di pesci – ha affermato Alexander Voloshkevich, direttore della Riserva della biosfera del Danubio -. La rimozione delle dighe migliorerà il flusso del fiume, rivitalizzando la vegetazione locale che funge da terreno di riproduzione. Più pesce è ovviamente una buona notizia per i pescatori”. La migliore canalizzazione delle acque, non più ostacolate dalle dighe, aumenterà inoltre le aree idonee al pascolo del bestiame e ridurrà i rischi di alluvioni.
Lo scorso maggio, sempre nella parte ucraina del delta del Danubio, Rewilding Europe aveva introdotto una piccola mandria di bufali d’acqua (Bubalus bubalis) sull’isola di Ermakov, sperando che i grandi erbivori potessero contribuire a ripristinare le zone umide.
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