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Ucraina, reintrodotti rari asini selvatici per rinaturalizzare il Delta del Danubio
La mandria di kulan contribuirà a rigenerare la steppa, mitigare il rischio di incendi e sarà un’ulteriore attrazione ecoturistica.
Fino a pochi secoli fa grandi mandrie di kulan (Equus hemionus kulan), una specie di asino selvatico, pascolavano nelle steppe di Europa orientale, Medio Oriente e Asia centrale, dal Mediterraneo a est della Mongolia. Questi animali modellavano attivamente l’ecosistema in cui vivevano brucando la vegetazione, calpestando e concimando il suolo. Negli ultimi duecento anni, però, le popolazioni di kulan hanno subito un grave declino a causa della caccia e della perdita di habitat, e il loro areale si è ridotto del 95 per cento.
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Oggi la specie, classificata “in pericolo” nella Lista Rossa della Iucn, sopravvive solo in piccole popolazioni isolate in Turkmenistan, Kazakistan e Uzbekistan. In Ucraina il kulan è scomparso circa 300 fa, presto tornerà però a vagare libero nelle grandi distese erbose che costeggiano il Delta del Danubio.
Come il kulan torna nel Delta del Danubio
Rewilding Europe, organizzazione nata per restaurare gli ecosistemi europei anche grazie alla reintroduzione della fauna estinta, ha infatti introdotto una mandria di kulan in una grande area recintata nella steppa di Tarutyns’kyj, una delle porzioni di steppa più vaste e meglio conservate dell’Ucraina.
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Gli animali, otto maschi e dodici femmine provenienti dalla riserva della biosfera Askania-Nova nell’Ucraina meridionale, dove un piccolo branco è stato introdotto dal Turkmenistan, trascorreranno alcuni mesi nel recinto di acclimatazione di 31 ettari e saranno liberati nell’autunno di quest’anno o nella primavera del 2021.
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300 kulan entro 15 anni
L’obiettivo del progetto di reintroduzione è quella di creare una popolazione stabile a lungo termine, che conti tra i 250 e i 300 kulan entro il 2035 nell’area ucraina del Delta del Danubio.
La steppa ringrazia
Senza l’intervento dell’uomo la steppa sarebbe pascolata da grandi mandrie di erbivori, come kulan, antilopi saiga e cervi. La scomparsa di questi animali, soprattutto a causa della caccia, ha lasciato libera una nicchia ecologica che potrà essere nuovamente occupata dagli asini selvatici, la cui presenza avrà effetti positivi sull’intero ecosistema. Pascolando i kulan manterranno corta l’erba, a beneficio di altre specie, come la marmotta, e mitigando il rischio di incendi riducendo la vegetazione in eccesso.
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Forniranno inoltre nuove possibili prede ai predatori, come lupi e sciacalli dorati, mentre le carcasse di kulan sostenteranno gli animali spazzini, come avvoltoi e volpi. “Questo programma è davvero entusiasmante perché il kulan, che una volta era ampiamente distribuito in diverse parti d’Europa, può svolgere un ruolo di pascolo naturale vitale in ambienti asciutti e freddi”, ha spiegato Deli Saavedra, coordinatore dell’area di Rewilding Europe.
Una risorsa per le comunità locali
La presenza dei kulan rappresenterà inoltre un’ulteriore attrazione in chiave ecoturistica, a beneficio delle comunità locali, consentendo di sviluppare il turismo basato sulla natura.
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