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Macché orsi e lupi, è l’uomo il predatore più temuto
Secondo un nuovo studio i carnivori più piccoli, come tassi e volpi, temono più gli esseri umani dei loro predatori naturali.
Orsi e lupi sono una bella minaccia, certo, ma se chiedeste a un tasso o a una volpe di cosa hanno veramente paura questi non esiterebbero a rispondevi “dell’uomo”. A forza di uccisioni l’Homo sapiens ha risalito la classifica dei predatori più temuti, fino ad essere percepito dai piccoli carnivori europei come l’animale più pericoloso.
Super predatore
È quanto emerso da un nuovo studio condotto dalla Western University dell’Ontario, in Canada, e pubblicato sulla rivista Behavioral Ecology. Secondo i ricercatori i carnivori più piccoli, come tassi, volpi e procioni, ritengono gli esseri umani più pericolosi dei loro nemici naturali, come i lupi. Questa percezione è più che giustificata, attualmente infatti gli uomini uccidono queste creature ad un ritmo molto più elevato rispetto ai grandi carnivori, guadagnandosi a pieno titolo l’appellativo di “super predatore”.
L’impatto della paura sull’ambiente
Liana Zanette, della facoltà di scienze della Western University, e il biologo britannico David Macdonald, del dipartimento di zoologia dell’Università di Oxford, ritengono che i carnivori più piccoli, nonostante abitino tra noi, vivono nella costante paura dell’essere umano, specie nei territori particolarmente antropizzati. “La paura che generano i grandi carnivori può contribuire a formare gli ecosistemi – ha spiegato Liana Zanette. – Il timore degli esseri umani, che è più grande, probabilmente ha ancora maggiori impatti sull’ambiente. Gli esseri umani possono quindi distorcere i processi ecosistemici ancora di più rispetto a quanto si immaginava in passato. Questi nuovi risultati hanno importanti implicazioni per la conservazione, la gestione della fauna selvatica e delle politiche pubbliche”.
La funzione ecosistemica della paura
Incutendo timore nelle loro prede i grandi carnivori svolgono un ruolo prezioso per l’intero ecosistema, impedendo carnivori più piccoli di mangiare tutto quel che vedono e mantenendo gli habitat in salute. Se tale paura viene rimpiazzata per quella verso gli esseri umani questa funzione potrebbe venire meno e potrebbe rappresentare un’ulteriore minaccia per i grandi carnivori, in declino in tutto il pianeta.
Come si è svolto lo studio
I ricercatori hanno condotto principalmente lo studio sui tassi comuni europei (Meles meles) in Gran Bretagna. Per capire quali predatori i mustelidi reputassero più pericolosi, gli scienziati hanno fatto ascoltare loro i versi e i suoni prodotti da orsi, lupi, cani ed esseri umani nel loro habitat naturale tramite altoparlanti e filmato le loro reazioni con telecamere nascoste. I versi di orsi e cani hanno prodotto alcuni effetti sui tassi, che si sono fatti più guardinghi, ma quando hanno sentito voci umane (perfino la pacata lettura di un libro) la maggior parte dei tassi ha smesso completamente di alimentarsi, mentre gli esemplari più coraggiosi hanno drasticamente ridotto il tempo trascorso a nutrirsi. Un consiglio per gli amanti della natura, se desiderate osservare un animale state in silenzio, altrimenti saprebbero che il “super predatore” è in agguato.
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